Antonio Filosa torna a rimarcare la svolta di Stellantis dopo le dimissioni del predecessore, Carlos Tavares. L'attuale amministratore delegato del gruppo automobilistico ha colto l'occasione della 17ª edizione della Industrial & Auto Conference di Goldman Sachs per ribadire le «molte azioni correttive e i cambiamenti strategici» effettuati negli ultimi mesi, in particolare sul fronte dei prodotti e della loro pianificazione: «Abbiamo imparato che alcune ipotesi della strategia passata si sono rivelate errate».
«Pensavamo che la penetrazione dei veicoli elettrici a batteria negli Stati Uniti avrebbe raggiunto il 50% entro il 2030: il mese scorso era inferiore al 6%. Anche in Europa non è al livello che avremmo voluto. Quindi abbiamo capito che era necessario cambiare la strategia basata su quelle ipotesi», ha spiegato Filosa, aggiungendo: «Un'altra cosa che abbiamo imparato riguarda noi stessi: ascoltando di più i nostri clienti, abbiamo scoperto cosa volevano davvero da noi».
Questo approccio ha già consentito al gruppo di ottenere i primi risultati positivi: «Credo che siamo partiti bene in questa metà dell'anno», ha assicurato il manager napoletano. «Ci serve tempo, ovviamente. E ci servono volumi provenienti dai prodotti giusti».
Non poteva mancare un passaggio sulle attese proposte di rilancio dell'industria europea da parte della Commissione Ue (il cosiddetto «pacchetto Automotive» secondo l'Acea). «Ieri, insieme ad altri concorrenti, ero alla Casa Bianca a parlare degli standard di consumo e della nuova regolamentazione con il presidente e l'amministrazione Trump. Vediamo quanto diverso sia l'approccio alle emissioni di CO2 negli Stati Uniti e in Europa. Non esiste una ricetta perfetta, ma vediamo molte differenze», ha argomentato Filosa, ribadendo il suo apprezzamento per i «recenti messaggi di importanti esponenti politici, dal cancelliere Friedrich Merz al ministro Adolfo Urso fino ad alcuni rappresentanti francesi, che stanno creando l'opportunità di ripensare i regolamenti comunitari».
«Dobbiamo risolvere un'equazione fatta di tre elementi: la decarbonizzazione, la tutela dei lavoratori e l'accessibilità del mercato per i clienti», ha aggiunto. «Come Acea abbiamo fornito alla Commissione quella che crediamo sia una ricetta giusta e facile».
Il dirigente ha ricordato alcune delle proposte dell'associazione: un approccio differenziato per auto, furgoni e camion, un quadro flessibile e tecnologicamente aperto per la riduzione della CO2 delle vetture, misure di stimolo della domanda. Su questo fronte, Filosa ha rilanciato la sua proposta di super crediti per le auto piccole e misure per il rinnovo del parco circolante. In ogni caso, la nuova normativa europea «dovrebbe mirare idealmente a una transizione energetica più graduale rispetto a quella attuale».
Le attese sono elevate, anche se la presentazione del pacchetto è stato rinviata di alcune settimane, alimentando quell'incertezza che ha già spinto Stellantis a rinviare il suo nuovo piano industriale (sarà comunque svelato «entro la metà del primo semestre»). Intanto, un minimo di sollievo arriva dalla questione dei dazi: «Stanno diventando stabili e persino più miti: la regolamentazione sta diventando molto più market-friendly», ha detto Filosa. «Ci sono molte cose, sui volumi, sui costi e sul reshoring che possono combinarsi insieme per mitigare e forse compensare l'impatto delle tariffe doganali».