Il sistema, dal 2028, si baserebbe su certificati di rottamazione forniti dalle Case, che dimostrino la rottamazione di auto con più di 12 anni. Elkann auspica che un eventuale piano di demolizione e sostituzione delle macchine più anziane, anche tramite sgravi fiscali e incentivi, accrediti l'industria automobilistica per la quantità di CO2 ridotta. Tradotto, significa che i benefici dovrebbero essere attribuiti alle Case: la riduzione di CO2 risultante (la differenza tra le emissioni delle vecchie auto e quelle delle nuove) andrebbe contabilizzata a favore delle aziende. Sì, inoltre, ai supercrediti per le elettriche con batterie fino a 60 kWh.
Il programma di rottamazione avrebbe anche altre conseguenze positive: “In secondo luogo", osserva Elkann, il piano di rottamazione "creerebbe crescita: e terzo, si sarebbe in grado di affrontare uno dei problemi più grandi emersi in Europa, che è il prezzo” del nuovo. Esiste un modo per progettare meccanismi a saldo neutro per il bilancio Ue, sostiene Elkann.
Stellantis, inoltre, ha una lunga lista di modifiche normative che, a suo avviso andrebbero incluse nel futuro pacchetto automobilistico affinché l'industria auto resti un pilastro dell'economia europea. Una riguarda il "tutto elettrico" nel 2035: Elkann chiede che, anche dopo quella data, siano ammessi le ibride plug-in (Phev), i modelli con range extender (Erev) e i carburanti rinnovabili per i motori a combustione tradizionali. Phev ed Erev meriterebbero anche un regime favorevole: un riconoscimento maggiore della loro capacità di ridurre le emissioni nel ciclo di omologazione. Il calcolo per la conformità agli obiettivi CO2 di un costruttore verrebbe facilitato dalla vendita di ibride plug-in e range extender, considerate più vicine alle Bev nel conteggio complessivo.
Premesso che l'attuale regolamento pone i veicoli commerciali nella stessa categoria delle auto, Elkann propone che i primi siano normati in modo diverso dalle vetture. L'idea di Stellantis è convertire la media di tre anni in una cinque (2025-2029), seguita da un altro periodo di media di cinque cinque anni (2030-2034).
Il presupposto è che il presidente della Commissione Ursula von der Leyen, nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 9 settembre 2025, ha parlato di E-Car come auto piccole e accessibili. Senza specificare se le possibili future macchine europee siano elettriche o termiche. Qual è la posizione di Elkann al riguardo? È favorevole all'iniziativa delle E-Car, ma non si esprime sulla propulsione, proprio mentre le lobby verdi vanno in pressing affinché le vetture Ue siano solo a batteria.
Infine, una battuta su una questione delicata e controversa, considerando la globalizzazione della catena di approvvigionamento: l'esatta definizione del contenuto locale delle E-Car, insomma su quanta Europa debba esserci in queste macchine per favorire il più possibile il Vecchio Continente a scapito della Cina. “Oggi è solo un concetto”. Se il tema non venisse affrontato il 10 dicembre, la chiosa di Elkann, l'E-Car resterebbe un “pio desiderio”.