Se hai acquistato la tua prima auto elettrica grazie agli incentivi e disponi di un posto auto, la priorità è organizzare una ricarica domestica. È la soluzione più comoda e conveniente, ma sei sicuro di sapere come farlo nel modo giusto?
Questa guida chiarisce i dubbi sulla ricarica a casa (seguirà un approfondimento sulla ricarica pubblica), perché è il metodo più pratico per gestire un'auto elettrica.
Chi vive in una villetta ha più margine di scelta, ma è sempre consigliato il sopralluogo di un tecnico per verificare l'impianto e valutare l'installazione di una wallbox o, meglio ancora, di un impianto fotovoltaico per ridurre i costi.
Installare una wallbox nel box privato è possibile, salvo divieti nel regolamento condominiale. Basta comunicare l'intervento all'amministratore, rispettando sicurezza e parti comuni. Nei fabbricati recenti la predisposizione è obbligatoria per legge, mentre nei condomini datati occorre verificare se il box è collegato al contatore di casa. In caso contrario, servirà un contatore dedicato, con lavori e spese a carico del richiedente.
Un impianto da 3 kW consente la ricarica, ma con tempi lunghi e senza sfruttare appieno la wallbox. L'ideale è aumentare a 4,5 o 6 kW, tenendo conto dei costi fissi in bolletta e, in condominio, delle eventuali autorizzazioni.
Non è obbligatorio cambiare la serranda del box per installare una wallbox. Nelle autorimesse condominiali oltre i 300 m² serve un sistema di sgancio di emergenza e, in alcuni casi, aggiornare la SCIA antincendio. Meglio consultare un ingegnere antincendio.
Molte auto elettriche includono il “carichino” con presa Schuko, ma non è consigliato usarla sempre: rischi di surriscaldamento. Meglio una presa industriale CEE o una wallbox. L'installazione deve essere fatta da un elettricista qualificato, con costi tra 300 e 1.000 euro. Le potenze variano da 3,7 kW fino a 22 kW in trifase.
Richiede sopralluogo e dichiarazione di conformità. I prezzi vanno da poche centinaia di euro a oltre 2.000, con funzioni smart come gestione da remoto e programmazione della ricarica.
Dipendono dalla potenza. Con una presa Schuko da 2,3 kW, una batteria da 37,3 kWh (es. Leapmotor T03) si ricarica in circa 19 ore. Con una wallbox da 7,4 kW bastano 6 ore.
Una notte è sufficiente per coprire gli spostamenti quotidiani.
Tema complesso che merita una guida dedicata: ne parleremo nel prossimo approfondimento.
Casa indipendente
? Più libertà d'installazione
? Consigliato sopralluogo tecnico
? Ideale: wallbox o impianto fotovoltaico
In condominio
? Nessun divieto legale, salvo regolamento interno
? Serve comunicazione all'amministratore
? Se il box non è collegato al contatore di casa, va installato uno dedicato
Potenza dell'impianto
? 3 kW: ricarica lenta
? 4,5–6 kW: soluzione ottimale
? Attenzione ai costi fissi in bolletta
Sicurezza e normative
? Nessun obbligo di cambiare la serranda
? Autorimesse >300 m²: serve sgancio di emergenza
? Possibile aggiornamento SCIA antincendio
Cosa serve per ricaricare
? Carichino Schuko: solo per emergenza
? Meglio presa CEE o wallbox
? Installazione sempre da elettricista qualificato
Wallbox
? Prezzi: da poche centinaia a oltre 2.000 euro
? Funzioni smart disponibili
? Serve dichiarazione di conformità
Tempi di ricarica (es. Leapmotor T03)
? Schuko 2,3 kW: ~19 ore
? Wallbox 7,4 kW: ~6 ore
? Per 100 km: ~2h15min