Il
mercato di ottobre si è chiuso proprio nel primo giorno di piena operatività della piattaforma per la validazione dei voucher erogati dopo il click day del 22 ottobre. Secondo Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, i primi effetti degli incentivi si vedranno a novembre ma l'iniziativa, che permetterà di immettere su strada circa 56 mila veicoli elettrici nell'arco di alcuni mesi, non basterà ad accendere definitivamente il mercato dell'auto elettrica in Italia. Il mercato ha chiuso per l'ennesima volta in rosso proprio nei giorni di post sbornia incentivi, con 595 milioni di euro bruciati in poche ore. Quanto può aver pesato questa iniziativa?
Fino al 31 ottobre mattina ha pesato ancora, in negativo, l'attesa protrattasi per mesi. L'effetto positivo è iniziato alle ore 13, con la validazione dei bonus nelle concessionarie. Ma a fine giornata la quota di auto elettriche targate non era salita di molto: solo dal 4,8% al 5,0%. Gli incentivi hanno iniziato a materializzarsi, senza fare in tempo a dispiegare tutto il loro potenziale. Lo vedremo sicuramente a novembre, con le pronte consegne, e poi spalmato gradualmente nel corso dei mesi successivi. A diciassette giorni dall'avvio dell'iniziativa, quante delle 56 mila persone che hanno ottenuto il voucher sono andate nelle concessionarie a perfezionare un contratto?
Al momento non sappiamo quanti dei quasi 56 mila voucher emessi tra il 22 e il 23 ottobre si siano già trasformati in ordini nelle concessionarie, e tantomeno sappiamo quanti lo faranno entro i 30 giorni di validità. Probabilmente al momento della loro scadenza avremo un'altra sorta di “click day”, e all'indomani il gestore della piattaforma saprà quanti di quei 595 milioni sono stati effettivamente “spesi”. Fino al 23 novembre è impossibile saperlo, poi mi auguro che il dato venga reso noto, magari con qualche dettaglio sulla ripartizione tra vetture e veicoli commerciali, per ISEE, per area geografica ecc. Mi sento solo di escludere fin d'ora che si tratti del 100%: qualcuno rinuncerà all'acquisto e si libereranno delle risorse. Così adesso c'è anche chi aspetta proprio quel momento...
Il fatto che la piattaforma non abbia funzionato, dal lato della validazione dei voucher, per una decina di giorni potrebbe indurre il governo a prorogare il termine per la validazione?
Non saprei proprio. Al momento non abbiamo ricevuto richieste in tal senso, ma potrebbero ancora arrivare.
Com'è stato possibile essere costretti a spegnere la piattaforma per un giorno e mezzo dopo una settimana dal click day?
Non è che non funzionasse, c'erano dubbi interpretativi su alcuni dettagli riguardo gli importi da inserire nella piattaforma. Il fatto è che rispetto alle “tornate” precedenti, che potevano contare su software e procedure molto rodati, stavolta era tutto nuovo. Soprattutto l'impostazione di fondo, che ha affidato la richiesta del bonus al cliente anziché al venditore. Qualche difficoltà iniziale era praticamente inevitabile.
Secondo alcuni, però, è mancata un'adeguata fase di beta testing, necessaria proprio perché il sistema era completamente nuovo...
Sarebbe stata opportuna, non c'è dubbio, ma avrebbe richiesto svariati giorni, e a quel punto probabilmente avremmo criticato l'ulteriore ritardo. L'avvio della piattaforma era assai urgente, si trattava di un'iniziativa annunciata da molti mesi. La richiesta ufficiale a Bruxelles di riallocare i residui dei fondi PNRR originariamente previsti per le infrastrutture di ricarica risale al 21 marzo. I fondi vanno erogati entro il 30 giugno 2026, che è quindi il termine tassativo per perfezionare le vendite: ogni differimento avrebbe compresso la finestra temporale utile, ridotta ormai a otto mesi, e non si prevedeva che i fondi sarebbero durati due giorni.
Al di là dei problemi iniziali, restano le domande sul senso di un'ennesima iniziativa spot arrivata dopo poco più di un anno dal click day del giugno 2024...
È questo il vizio più grave della politica di incentivazione in Italia: il fatto che non vi sia mai stata una misura strutturale, o almeno una misura pluriennale stabile e adeguatamente finanziata, senza gli innumerevoli stop & go che abbiamo visto fin dal 2020.
Che, oltretutto, hanno alimentato negli italiani la convinzione che comunque, finita una tornata di incentivi, prima o poi ne arriva un'altra. Che impatto ha sul mercato questa convinzione?
È impossibile dirlo. In sette anni, da quando furono lanciati i primi incentivi con la finanziaria 2019, non vi sono state certezze. Non ne hanno avute né gli operatori né i clienti. Ogni anno è stata modificata qualche variabile dello schema, dai plafond alle esclusioni, dalle fasce di emissioni all'entità dei bonus. In passato è accaduto anche più volte nel corso dello stesso anno. E non dimentichiamo che dodici mesi fa il governo aveva detto: “Mai più incentivi”...
Tornando al click day, questa iniezione di 56 mila veicoli elettrici che nell'arco delle prossime settimane/mesi arriveranno sulle nostre strade potrebbe essere la scintilla in grado di far partire il mercato delle auto elettriche anche in Italia, oppure si rivelerà semplicemente come l'ennesima corsa ad accaparrarsi un maxi sconto?
Per far partire il mercato delle elettriche la variabile prezzo è importante ma è solo una delle tante, insieme alla capillarità dell'infrastruttura e alle tariffe di ricarica. Con la fine degli incentivi fatico a pensare che il mercato possa mettersi in moto, considerando che gli altri “fattori abilitanti” continuano a essere di ostacolo. Se non si allineano tutti i pianeti, il mercato non decolla. Sul terzo fronte, oltre al problema di fondo del costo dell'energia in Italia, il recente Osservatorio Adiconsum - un lavoro molto ben fatto e dettagliato sulle tariffe di ricarica - mette chiaramente in evidenza che abbiamo un problema ulteriore, dimostrando che queste sono totalmente scollegate dall'andamento del PUN, il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica. Qualcuno candidamente ammette che le tariffe attuali riflettono anche il costo di realizzazione delle infrastrutture, da ripagare su un circolante esiguo. Capisco le esigenze degli operatori, ma non mi sembra corretto scaricare sui primi clienti la creazione di una rete che avrà tempi di esercizio lunghissimi. È come se agli albori delle ferrovie il biglietto del treno nei primi anni avesse incorporato il costo della loro costruzione.
Secondo lei è possibile che qualcuno dei 56 mila che hanno ottenuto il voucher si sia orientato sull'auto elettrica solo a causa dell'effetto saldo, diciamo così, su alcuni modelli?
In una galassia di 56 mila persone ci può stare di tutto, ma non mi focalizzerei sull'aneddotica. Escluderei l'acquisto fine a sé stesso, magari finalizzato a una rivendita dopo due anni. Qualcuno potrebbe aver prenotato il voucher per un calcolo sul mero prezzo d'acquisto, senza aver ponderato a sufficienza altri fattori. Ma se anche così fosse, vorrei considerarlo una sorta di “test drive di massa” che potrebbe far scoprire vantaggi e qualità delle auto elettriche a chi non le conosce. Ciò detto, resta evidente una cronica criticità degli incentivi italiani, mai parametrati al prezzo dell'auto. È stato fatto solo per i veicoli commerciali (come per mille tipi di bonus in altri settori): una percentuale del prezzo, con un tetto all'importo del bonus anziché del prezzo stesso, senza escludere nessun modello.