V8 Hemi, il ritorno del vero motore benzina americano


Data inizio: 06-11-2025 - Data Fine: 06-01-2026


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Quando la Dodge ha lanciato, lo scorso anno, la Charger Daytona elettrica, gli americani - o meglio, la comunità globale degli appassionati - non l'hanno presa benissimo. Si aggiunga che non serviva un genio del marketing per comprendere che trasformare in un'elettrica quell'iconica muscle car, da sempre contraddistinta dalla tuonante voce del suo V8, sarebbe stato un suicidio clamoroso. Perciò, ennesima retromarcia con l'annuncio del ritorno del mitico V8 Hemi, che equipaggerà il pick-up Ram 1500 a partire dal mese di dicembre e, con ogni probabilità, lo rivedremo anche sulle sportive Dodge. Nel frattempo, proprio in questi giorni al Sema di Las Vegas, il marchio ha rincarato la dose presentando il concept The Dude, ossia un pick-up stile vintage basato sul Ram 1500 Big Horn, con il V8 5.7 dotato di componenti aftermarket della Mopar. E sempre da Mopar, torna il “crate engine” (motore in cassa, da montare aftermarket sulla vettura) Hemi Hellephant 426 sovralimentato da mille cavalli.  

Mai dimenticare le origini

Ma cosa rende così speciale questo otto cilindri a V? Prima di tutto l'heritage, con la sigla Hemi che ha accompagnato svariate generazioni di sportive americane per decenni: dalle Plymouth Barracuda, Hemi Cuda e Road Runner alle Dodge Charger, Challenger e Super Bee, tanto per citare le più celebri degli anni Sessanta. E per avvicinarci ai nostri giorni, pure le versioni più spinte di Grand Cherokee e l'erede naturale della Charger.

Partiamo dal nome: tradotto sta per emisferico, ossia il cielo delle camere di combustione di forma semi circolare che richiede, ovviamente, pistoni dalla sommità arrotondata; ciò consentiva di adottare due valvole (aspirazione e scarico, inizialmente comandate da aste e bilancieri) di grandi dimensioni, sistemate sui lati opposti della camera, per generare il cosiddetto flusso incrociato e garantire un maggior riempimento e migliorare la combustione, con la candela sistemata al centro. La soluzione, introdotta già nei primi del Novecento ma resa celebre dalla Chrysler all'inizio degli anni 50, consentiva di raggiungere potenze ragguardevoli, a scapito però dei consumi che erano piuttosto elevati.

Il 426 Elephant bandito dalla Nascar

Dopo la prima generazione di V8 Hemi, dal 1951 al 1964, la Chrysler dà il via libera al successore, con testate in alluminio anziché in ghisa, valvole ancora più grandi e una missione specifica: competere e vincere nelle drag race e nella Nascar. Nasce così il 426 Elephant (il numero indica la cilindrata in pollici cubi, pari a 7 litri), che era talmente potente (oltre 450 cavalli) da essere bandito dalla Nascar, per essere poi abbandonato all'inizio degli anni 70 a seguito di modifiche sportive regolamentari.

La terza generazione sfonda i mille cavalli

Per rivedere una nuova famiglia di V8 Hemi occorre attendere l'inizio degli anni 2000, quando la Chrysler lo rimette in produzione, ampiamente rivisto e aggiornato: tutto in alluminio, iniezione elettronica, disattivazione di 4 degli 8 cilindri, fasatura variabile; e le camere di combustione che non sono più perfettamente emisferiche, ma semi ellittiche. Il Gruppo lo diffonde a macchia d'olio su svariati modelli Dodge, Ram, Chrysler e Jeep in diverse declinazioni: il più diffuso 5.7 litri, il più potente 6.4 aspirato e l'infernale 6.2 sovralimentato, prima in versione Hellcat da 717 cavalli, poi Demon da oltre 800 CV, che arrivava a superare, se alimentato a etanolo, i mille cavalli. Non paghi, nel 2019 la Mopar aveva introdotto, come componente aftermarket per chi ama la pratica dell'engine swap, un intero V8 426 Hellephant sovralimentato, 7 litri di cilindrata e 1.000 cavalli.

Torna, ma elettrificato

Il ritorno del V8 Hemi, almeno inizialmente, non sarà così roboante come queste ultime mostruose espressioni. L'unità che spinge il Ram 1500 è infatti il 5.7 V8 e-Torque, ossia elettrificato. Con 395 cavalli, 556 Nm e sistema di disattivazione dei cilindri, prevede un generatore/starter a 48 volt alimentato da una batteria da 430 wattora per gestire le riaccensioni del V8, fornire coppia aggiuntiva e, ovviamente, provare a ridurre le emissioni. 




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