L'accordo è stato approvato a maggioranza: è stato bocciato da Slovacchia, Ungheria e Polonia, mentre si sono astenuti belgi e bulgari (secondo i meccanismi di voto comunitari, l'astensione vale come voto contrario). Detto questo, è passata la richiesta di diversi Paesi, come l'Italia, di aumentare le cosiddette flessibilità per raggiungere il target al 2040. La Commissione, per esempio, aveva proposto il 90% di riduzione della CO2, con un 3% ottenuto grazie a crediti internazionali, ossia iniziative di taglio della CO2 sostenute in Paesi esteri. Ora la percentuale è stata alzata al 5%, anche se alcuni governi avevano chiesto di arrivare al 10%.
Inoltre, il compromesso prevede il rinvio al 2028 dell'attuazione del nuovo sistema di scambio delle quote di emissioni Ets 2 e il riconoscimento del ruolo del biocarburanti. Quest'ultimo tema è da sempre una richiesta esplicita del nostro governo. Inoltre, il testo conferma l'inserimento di una clausola di revisione su base biennale a seguito di una valutazione da parte della Commissione della legge sul clima. Infine, oltre all'intesa sui target 2040 è stato trovato un accordo anche sul contributo determinato a livello nazionale (noto come "Ndc"), ovvero il contributo dell'Ue agli sforzi globali sul clima per il 2035 richiesti dagli impegni della Cop30 di Belém (Brasile), in programma dal 10 al 21 novembre. Il range sul quale è stata trovata una quadra prevede un taglio delle emissioni compreso tra il 66,25% e il 72,5% rispetto ai livelli del 1990.
L'accordo rappresenta la base del mandato necessario per avviare i negoziati con il Parlamento Ue su un testo definitivo. Tuttavia, non dovrebbero esserci grandi ostacoli alla luce della soddisfazione espressa da più parti, tra cui il nostro ministro per l'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: “Abbiamo approvato sia la legge per il clima che l'Ndc per Cop30, devo dire che è stata una trattativa intensa e la Commissione ha riconosciuto che le istanze che portavamo avanti come Italia, e come gruppo di Paesi uniti all'Italia, erano rilevanti, importanti ed equilibrate", ha spiegato Pichetto. "E quindi ha riconosciuto quelle grandi istanze che riguardavano lo slittamento di un anno dell'Ets2, l'inserimento per la prima volta nella parte normativa del ruolo dei biocarburanti; ha dato disponibilità non solo a passare dal 3 al 5% dei crediti di carbonio internazionali, ma anche di inserire in fase di revisione un ulteriore 5% per i crediti a livello domestico".
Il ministro ha inoltre evidenziato come siano stati dieci i Paesi d'accordo con la richiesta italiana di maggiori spazi di flessibilità. A tal proposito, non sono da trascurare le dichiarazioni del commissario Ue al Clima, Woepke Hoekstra (nella foto sopra), in particolare in vista della revisione dei regolamenti comunitari sulle emissioni di auto e furgoni. "Con molti Paesi abbiamo avuto ampie consultazioni e conversazioni su una serie di questioni. Con l'Italia, abbiamo inserito un linguaggio specifico riguardante la considerazione del ruolo dei carburanti rinnovabili a zero e basso contenuto di carbonio nella decarbonizzazione dei trasporti", ha spiegato il commissario. "Tutto ciò, naturalmente, si inserisce nel contesto della revisione che stiamo conducendo con piena apertura su un'ampia gamma di temi, e su cui presenteremo i risultati entro la fine di quest'anno".