Classe 1963 e una lunga carriera perlopiù tra Italia e Germania, Egger è al timone dello stile della BYD dal 2017. Iil designer tedesco ha affrontato vari temi. A Zhengzhou, sede di un'importante fabbrica e del Centro Prove della BYD, Egger ha parlato anche delle E-Car, le "piccole" ed economiche vetture europee che nel giro di poche settimane dovrebbero essere normate sul modello delle kei car giapponesi. A proposito, pochi giorni fa la BYD ha presentato la Racco al Japan Mobilty Show: “Per l'Italia sarebbe perfetta”, ha ammesso Egger, ma “tutto dipende da quali saranno i criteri di omologazione”. E ha descritto la propria visione, da europeo, della realtà sociale e industriale cinese: “Qui c'è meno gerarchia e più integrazione orizzontale. C'è una mentalità aperta, che non si chiude nel suo passato. Confucio è ancora presente, ma più come filosofia”.
Nel confronto con la stampa sono emersi poi altri spunti di discussione legati all'uso delle nuove tecnologie. Per esempio, la crescente omologazione degli interni delle auto, per cui “differenziarsi è sempre più difficile, ma ancora possibile” a detta di Egger: “la nostra concept Ocean, destinata a diventare un modello di serie nel 2026, ne è la dimostrazione”. Oppure i vincoli di progettazione legati alla presenza delle batterie sulle elettriche o le ibride plug-in: “Nel nostro caso, la presenza della batteria integrata nel pavimento implica in automatico una maggiore altezza. E quando disegniamo una sportiva, dobbiamo saperla gestire”.
L'intelligenza artificiale, invece, viene definita da Egger come uno “sparring partner” per i creativi: “Ci aiuta a capire, per esempio, cosa farebbero i nostri competitor al posto nostro nell'ambito di un progetto”. A conclusione, in risposta alla domanda su che cosa abbia ispirato la sua carriera di designer, Egger ha citato “il cuore sportivo di Alfa Romeo, Nuvolari e i carrozzieri torinesi”. Segno che un gran pezzo d'Italia è rimasto nel suo cuore, anche oggi che disegna auto nel “nuovo mondo” dell'automotive.