Perché i costruttori tedeschi chiedono 'l'obbligo di ricarica' per le ibride plug-in


Data inizio: 03-11-2025 - Data Fine: 03-01-2026


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In vista dei colloqui di Bruxelles sullo stop alla vendita di auto termiche nel 2035, Hildegard Müller (presidente dell'associazione dei costruttori tedeschi Vda) lancia quella che per ora è una “boutade”: “In futuro, le ibride plug-in potrebbero essere progettate in modo tale che la ricarica regolare sia obbligatoria”. Stando alla generica proposta, entro una distanza definita il guidatore dovrà fare il pieno di elettroni: viceversa, se insisterà nel viaggiare a benzina, la potenza erogata verrà "tagliata". Cosa c'è dietro l'idea abbozzata dalla Vda? L'obiettivo parrebbe quello di avvantaggiare i produttori domestici.

Le plug-in della discordia

L'obbligo di ricarica sarebbe una risposta a chi è contrario alle Phev. La critica principale, cavalcata dalle associazioni ambientaliste, è infatti che i conducenti facciano un utilizzo sbagliato - e poco responsabile, stando almeno agli oltranzisti - delle ibride plug-in, viaggiando solo (o quasi) col motore a benzina e senza curarsi di ricaricare la batterie: in queste condizioni, le plug-in non diventerebbero altro che vetture termiche con l'aggravio della componente elettrica aggiuntiva, finendo col negare i vantaggi della propulsione in termini di consumi e di emissioni. Qui approfondiamo ogni aspetto della questione, anche col supporto dei dati del nostro Centro Prove. Detto questo, la Vda non si è avventurata a specificare la percorrenza chilometrica oltre la quale la potenza verrebbe ridotta, e di quanto: si tratta, per ora, di una proposta che lascia il tempo che trova. Ma che al tempo stesso ha delle ragioni precise.  

Perché proprio la Germania

La prescrizione della Vda sull'obbligo di viaggiare con la batteria sempre carica o quasi punta a disinnescare le obiezioni e le polemiche, spingendo le plug-in come una soluzione percorribile anche dopo il famigerato 2035.  Ma perché questo attivismo? La Germania di oggi è molto diversa da quella che nel 2019 appoggiò il bando termico proposto dalla Commissione Europea, schiacciata dalla crisi energetica, dalla concorrenza cinese (in Europa come a Pechino e dintorni) e da un mercato elettrico più lento del previsto. Meglio, dunque, puntare sugli e-fuel (i carburanti sintetici) e sulle stesse plug-in, per cercare una via di mezzo tra il "tutto elettrico" sognato da Bruxelles e la necessità di tutelare la competitività della propria industria.




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