Geely: "Puntiamo sull'affidabilità, presto un'elettrica compatta"


Data inizio: 30-10-2025 - Data Fine: 30-12-2025


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Dici Geely e pensi a un gigante dell'automotive, ma se stringi lo sguardo sull'Italia vedi una startup. Nel senso che il costruttore cinese - già presente con i vari brand controllati, a partire da Volvo - ha da poco lanciato sul mercato anche il suo marchio principale e i relativi primi modelli: una Suv elettrica, la EX5, e una (super) ibrida plug-in, la Starray EM-i. Operativa da pochi mesi, la filiale italiana si affida al distributore saudita Jameel Motors ed è guidata da Marco Santucci, manager di collaudata esperienza nel settore tra Ford, Toyota e Jaguar Land Rover. Che ha esordito con una mossa senza precedenti: offrire la garanzia a vita (batteria esclusa) sulle Geely vendute in Italia.  Non tutte, però. Solo le prime…
... Mille. È un premio ai pionieri. Quando si è trattato di capire come differenziarci rispetto ai nostri competitor, abbiamo voluto lanciare un segnale forte nella direzione dell'affidabilità. Questo perché crediamo molto nella qualità delle nostre auto e nella validità della nostra rete. Di pari passo, vogliamo togliere ogni tipo di preoccupazione e dare un riconoscimento a chi per primo ci dà fiducia. Da qui la scelta delle mille auto garantite a vita. Il tema dell'assistenza è centrale. Da sempre catalizza i dubbi dei clienti di fronte al nuovo che arriva. A che punto è Geely nella gestione del service e dei ricambi?
Siamo solo all'inizio e dunque, al momento, non siamo in grado di dare tempistiche precise sui tempi di riparazione, né possiamo contare su una diffusione capillare delle concessionarie. Perciò abbiamo deciso di gestire la situazione offrendo un servizio d'assistenza di livello premium, preoccupandoci anzitutto di assicurare la mobilità al cliente. Qualora la vettura dovesse avere un problema, interveniamo con dei servizi: fornendo un'auto sostitutiva, o a noleggio. E, per chi è più distante dalle nostre concessionarie, il “pick-up and delivery”: ritiriamo l'auto da assistere, consegnando a domicilio quella sostitutiva. Per il resto, ci stiamo attrezzando. Con un magazzino in Italia, a Novara, e presto uno centrale per l'Europa.  L'obiettivo è allestire 100 punti vendita e assistenza in 18 mesi, giusto?
Si tratta perlopiù di una stima. Molto dipenderà dalla gamma che andremo a sviluppare. Quel volume di rete risponde all'ambizione di diventare leader, ma la crescita e la velocità con cui ci espanderemo dipenderà molto da quali macchine arriveranno. Come altre Case cinesi, siete partiti con modelli medi o medio-grandi, la Geely EX5 e la Starray EM-i. E con le tecnologie in cui siete più forti, cioè l'elettrico e il super-ibrido: dobbiamo aspettarci dell'altro? E in quanto tempo?
La scelta dei modelli iniziali dipende da diversi fattori. Da cosa c'è di pronto da omologare per l'Europa, ma anche dal potenziale di mercato: una C-Suv (come la EX5, ndr) è un prodotto centrato e offre adeguati margini di guadagno per entrare in un mercato nuovo e farsi conoscere. Poi bisognerà vedere le prossime evoluzioni, anche normative, per capire quali opportunità cogliere. Fortunatamente possiamo selezionare da una vasta gamma di modelli quelli adatti a sviluppare la nostra offerta in Europa. L'anno prossimo dovremmo aggiungere un modello più compatto, di segmento B, elettrico.  Puntate anche ai clienti dei marchi premium?
Sì, c'è l'idea di attrarre anche chi comprava vetture di marchi blasonati che ora sono salite eccessivamente di prezzo. Offrendogli magari un'auto più spaziosa, più tecnologica e ricca di dotazioni a un prezzo anche leggermente inferiore a quello che pagavano prima. L'unico compromesso, per questo cliente, sta nell'affidarsi a un marchio che ancora non conosce. La presenza di Geely in Italia sarà sempre affidata a un distributore? Oppure c'è l'intenzione di fare un passo in più, nel futuro?
Parliamo di aspetti in continuo movimento nel settore. Non c'è una formula magica: basta vedere il modello agenzia, sul quale molti hanno fatto retromarcia. Quanto all'Italia, vedo una tendenza ad affidarsi agli importatori. Di sicuro, per far fronte al fenomeno delle auto cinesi e non solo, la distribuzione deve cambiare la struttura dei costi. E lo può fare anche affidandosi ai distributori, che rappresentano un costo fisso e hanno un contatto col territorio molto più radicato. Può darsi che Geely stia sperimentando formule diverse all'interno del mercato Europa, per poi scegliere tra i vari approcci la strategia più corretta, efficace e redditizia. Secondo Geely l'Europa dovrebbe aprire alle ibride plug-in e alle auto con range extender, ritoccando i piani per il 2035? Oppure è meglio mantenere la linea già tracciata?
Da un lato, ritengo non sia giusto imporre dall'alto una tecnologia: è il mercato che deve regolarsi da solo. Allo stesso tempo, però, in Europa si è perso troppo tempo a difendere interessi particolari anziché fare sistema. E prepararsi, così, a una transizione tecnologica che era già stata preannunciata tempo fa dalla politica. Detto questo, se c'è bisogno di più tempo, non è sbagliato rimandare un pochino il phase-out del motore a combustione. Ma ciò non deve fornire un alibi. Il futuro è chiaramente dell'elettrico, che è più efficiente. Ed è la chiave per arrivare alla guida autonoma, e quindi a un livello di sicurezza molto maggiore. Bisogna avere un minimo di visione del futuro e sapersi adeguare. 


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