Nella missiva, Von der Leyen ricorda, innanzitutto, il processo di revisione del regolamento sulle emissioni, che di fatto impone il divieto alla vendita di auto a benzina o diesel per il 2035: "Specificamente per il settore automobilistico, e a seguito dell'ultimo Dialogo Strategico, ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni", che ora è "previsto entro la fine di quest'anno". "In tale contesto, rimaniamo fedeli al principio di neutralità tecnologica e di efficienza dei costi", aggiunge il presidente della Commissione, che poi fa la sua apertura: "Nel preparare la revisione, stiamo anche valutando il ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni di carbonio nella transizione verso un trasporto su strada a zero emissioni oltre il 2030, come gli e-fuel – per i quali mi sono già impegnata nelle Linee Guida Politiche – e i biocarburanti avanzati". Si tratta, tra l'altro, di una rischiesta più volte avanzata dal governo italiano e dai leader di altri Paesi.
Detto questo, bisognerà vedere se e come l'apertura di von der Leyen si concretizzerà in un atto pratico anche perché il presidente della Commissione continua a difedere a spada tratta le sue politiche ambientali nonostante le ormai incessanti pressioni di varie cancellerie a cambiare rotta nell'approccio alla decarbonizzazione. A tal proposito, von der Leyen ha ancora una volta confermato gli obiettivi climatici stabiliti negli anni scorsi, pur lasciando la porta aperta a una maggior flessibilità, un termine diventato ormai un mantra delle sue uiltime dichiarazioni. "Nessuno dovrebbe poter sottoporre il nostro tessuto economico e sociale a tensioni tali da provocarne il collasso. Questa combinazione è stata al centro del mio secondo mandato ed è chiaramente illustrata nella nostra proposta relativa all'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2040". Per von der Leyen "si tratta di un obiettivo ambizioso: una riduzione del 90%. E flessibile: la nostra proposta prevedeva una notevole flessibilità per gli Stati membri e le industrie in merito alle modalità di raggiungimento dell'obiettivo. Per esempio, Il nostro obiettivo interno di riduzione delle emissioni può essere inferiore al 90%, a condizione che questo sia compensato da riduzioni simili, economicamente vantaggiose e ad alta integrazione, al di fuori dell'Ue".