All'inizio sembrava un'idea folle: portare un'auto a batteria tra le dune del Sahara, dove il vento cancella le tracce e la sabbia inghiotte tutto ciò che non si muove. Eppure... il nostro viaggio parte da Houmt Souk, sull'isola di Djerba, in direzione dell'Oasi Ksar Ghilane: circa 250 chilometri tra strade asfaltate, dune e piste di terra battuta che tagliano la Tunisia più remota, in un territorio affascinante e respingente al tempo stesso.
A queste latitudini, agli occhi di chi è abituato a ben altri panorami, ogni cosa è diversa: la luce, l'aria, i colori. Lo spazio è vertiginoso e vuoto, tanto che gli occhi — abituati alla bussola di Google Maps — non trovano appigli evidenti. Eppure, in mezzo a questo mare di sabbia, un'Audi SQ6 e-tron Sportback procede in maniera silenziosa, quasi aliena. Fuori posto proprio come me, ma perfettamente a suo agio.
Appena lasciamo l'asfalto, la trazione integrale quattro, le sospensioni pneumatiche e la coppia istantanea rendono la marcia quasi naturale. Dove la sabbia sembra traditrice, basta un accenno sull'acceleratore e l'auto si arrampica. Questo è possibile grazie alla tanta coppia - 275/580 Nm, riferita rispettivamente al propulsore anteriore e posteriore - e alla logica di controllo degli elementi di trazione.
L'interpretazione dei comandi del guidatore è affidata alla piattaforma HCP1, una delle cinque architetture informatiche che coordinano tutte le funzioni della SQ6 e-tron Sportback. È lei a gestire le risposte del sistema di propulsione attraverso le elettroniche di potenza e l'intervento delle sospensioni pneumatiche adattive.
Persino il modo di frenare cambia: surfando sulle dune la rigenerazione energetica rallenta dolcemente la vettura evitando di far affondare il muso nella sabbia. Ci si scopre a usare quasi solo l'acceleratore, anche se una vera e propria guida “one pedal” non c'è. Basta rallentare appena ed impostare la traiettoria, evitando manovre repentine.
Per questa avventura, la SQ6 e-tron Sportback è stata equipaggiata con cerchi da 19” e gommatura all-terrain. Le sospensioni possono sollevare l'auto fino a 45 mm oltre l'assetto standard, garantendo la luce a terra sufficiente per avanzare lontano dall'asfalto. L'unica accortezza è mantenere la velocità sotto i 35 km/h, soglia oltre la quale il sistema riabbassa in automatico l'altezza per preservare la stabilità. Un "dettaglio" che abbiamo imparato quando, affrontando una duna troppo alta, il paraurti anteriore ha sbattuto a terra…
L'osservato speciale di questa prova è stato l'indicatore dell'autonomia. La SQ6 dispone di una batteria da 94,9 kWh netti e della piattaforma PPE che ottimizza la gestione energetica. Per sicurezza ci muoviamo in gruppo, scortati da una guida locale e due Audi Q7... diesel con il pieno.
La vera sorpresa? La gestione termica e l'efficienza grazie ai semiconduttori al carburo di silicio e al raffreddamento ad acqua. Risultato: per coprire i 250 km del viaggio, la SQ6 ha consumato circa il 65% della carica. Le Q7, invece, metà serbatoio.
All'Oasi non troviamo ovviamente colonnine, ma i generatori a gasolio che alimentano il campo tendato. Ed è lì che colleghiamo le vetture. Poco futuristico, ma inevitabile se si vuole viaggiare nel deserto con un'elettrica per tutti questi km. L'indomani, tutte le e-tron sono di nuovo cariche, pronte a riportarci verso la civiltà. Mentre il deserto si allontana negli specchietti, penso a come la SQ6 e-tron Sportback ha danzato tra le dune, in uno dei luoghi più ostili e difficili del pianeta. Facendolo con grazia, silenzio e rispetto.