Magicmotorsport, dalla Sicilia una storia tutta da raccontare


Data inizio: 14-10-2025 - Data Fine: 14-12-2025


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Quando si parla di auto in Italia, il primo pensiero va alla Motor Valley, a Torino o ai luoghi che ospitano gli impianti del gruppo Stellantis. In realtà il nostro territorio riserva delle sorprese un po' ovunque. È il caso di una delle tante aziende meridionali ignote al grande pubblico, ma capaci di smentire luoghi comuni e stereotipi su un Sud arretrato e destinato all'oblio. A Partinico, non lontano da Palermo, la Magicmotorsport sta scrivendo una storia tutta da raccontare perché nasce dalla determinazione di un imprenditore senza alcun legame con la Sicilia, dalla sua passione per i motori e dall'amore per i figli.

Dalla Polonia al centro del Mediterraneo

Bogdan Skutkiewicz è polacco, ma a un certo punto della sua vita imprenditoriale, iniziata formalmente nel 1996 a Danzica, opta per una scelta di rottura: abbandona la sua terra e si trasferisce proprio in Sicilia. “Uno dei motivi del trasferimento - ci ha raccontato Skutkiewicz durante una visita presso la sede di Magicmotorsport, in un'area industriale alle porte di Partinico - è la salute di mio figlio, che aveva problemi fortissimi di allergia asmatica ai fiori di betulla: siamo venuti in vacanza qui e non ha patito alcun problema. L'altro motivo è che in Polonia lavoravo anche più di 20 ore al giorno: una volta, tornando a casa, mio figlio non mi ha riconosciuto, così ho deciso di lasciare tutto, ho venduto tre aziende con 150 persone ai miei soci e sono venuto in Sicilia”. Era il 2002: Skutkiewicz è ripartito da zero, lavorando prima in un'officina meccanica e poi nell'allora promettente settore delle antenne wireless. 

Dal motorsport all'idrogeno

La passione per i motori, però, è dura a morire. Così, nel 2007 nasce la Magicmotorsport. Attiva nella progettazione, nella ricerca e nello sviluppo di elettronica e software per le competizioni motoristiche, l'azienda espande gradualmente il suo raggio d'azione ad altri ambiti, sviluppando banchi prova (recente è il lancio di una soluzione mobile, che sarà declinata anche per il mondo delle moto e sarà svelata alla prossima Eicma), strumenti per le officine, prodotti meccatronici e, da ultimo, dispositivi per la ricarica dell'aria condizionata. Non mancano collaborazioni con grandi nomi delle quattro ruote e nemmeno un progetto, per ora allo stato “embrionale” come lo definisce Skutkiewicz, ma dalle grandi potenzialità: Magicmotorsport ha partecipato a uno dei bandi promossi dalla Regione Sicilia per lo sviluppo della produzione di idrogeno in aree dismesse. Nei pressi della sede, realizzata in un'area artigianale inizialmente destinata alla costruzione dell'ennesimo mega centro commerciale, verrà costruito un impianto di elettrolisi alimentato da un vicino parco fotovoltaico (a proposito di sostenibilità, l'azienda copre già il 90% dei suoi consumi grazie a pannelli solari). 

Un cassetto pieno di idee

Sul tavolo di Skutkiewicz, però, ci sono tante altre iniziative: “Fortunatamente, in questa azienda le idee nascono sulle scale, quando le persone si incontrano. Se un prodotto riusciamo a lanciarlo sul mercato, bene; se, invece, pensiamo che non sia il momento giusto, soprattutto dal punto di vista economico, allora lo mettiamo nel cassetto e aspettiamo di avere le giuste protezioni”, spiega Skutkiewicz. Una di queste idee si è concretizzata con l'acquisizione della Monte Carlo Automobile, società monegasca fondata dall'ex pilota Fulvio Maria Ballabio che nel tempo ha coinvolto, in un modo o in un altro, personaggi del calibro di Ayrton Senna o Giorgetto Giugiaro. “Vogliamo mantenere viva questa storia perché è parte di quel Dna italiano legato alla velocità, alle emozioni, a qualcosa di cui l'essere umano ha bisogno. Se noi permetteremo che l'automobile si trasformi in un mezzo destinato solo allo spostamento dal punto A al punto B, questa parte emotiva dell'auto morirà. È questo che dobbiamo preservare, per noi e per le future generazioni”, spiega ancora l'imprenditore.

Un business internazionale

Ovviamente, le idee e i progetti non bastano a inquadrare un'azienda. Servono pure i numeri. La Magicmotorsport ha oggi in organico 104 persone, tutte con contratti a tempo indeterminato e con un'età media intorno ai 30 anni, ma la forza lavoro complessiva arriva a circa 140 lavoratori con gli apprendistati e i collaboratori esterni. Il personale cresce di pari passo con l'andamento dei ricavi: quest'anno, è attesa una chiusura di bilancio a 30 milioni di euro, cinque volte più di quanto consuntivato un lustro fa. L'espansione si deve anche, se non soprattutto, a una forte esposizione ai mercati esteri. La Magicmotorsport genera oltre il 90% delle vendite al di fuori dell'Italia (il 65% nei Paesi Ue) e può contare anche sul contributo di diverse consociate all'estero (Austin, Shanghai, Madrid, Katowice e Rzeszów). 

Un'Academy per formare risorse

Insomma, la Magicmotorsport è una piccola azienda italiana capace di smentire tutti gli stereotipi, ancor più quelli sul Mezzogiorno, ma Skutkiewicz ha quasi il timore di prendersi tutti i meriti: “Io ho solamente dato la possibilità di crescere alle persone. A tutti i dipendenti cerco di sbloccare le loro idee e di dare l'opportunità di sbagliare perché chi ha paura di sbagliare non farà mai nulla”. L'Italia, però, è anche il Paese della burocrazia o del caro energia. E poi la Sicilia ha anche altre questioni che rendono difficile il fare impresa, a partire dai problemi logistici. “A me non interessano i muri, io guardo dove sono le porte", dice però Skutkiewicz. "Non mi serve a nulla cercare i muri e verificare come sono fatti. Non ci perdo tempo”. Emblematico il caso delle risorse umane: di fronte alla difficoltà di reperire personale specializzato, la Magicmotorsport ha deciso di creare una Academy interna. Del resto, l'attenzione alle persone e alle loro idee è dimostrata anche da altre iniziative, come l'orto aziendale creato proprio su suggerimento di un dipendente. E lo stesso vale per il ricorso all'energia solare, oppure per il nuovo progetto sull'idrogeno.

"A Partinico c'è un ambiente diverso"

Alla domanda su come sia possibile convincere qualcuno a investire in Sicilia, Skutkiewicz risponde con chiarezza: “Se qualcuno deve essere convinto a fare un'impresa, meglio che non la faccia, perché fare un'impresa è un bagno di sangue,  una guerra. Serve una determinazione non comune. Senza di questa, non si può fare impresa. E non è un problema di territorio, bensì di persone. Perché in Sicilia e non a Milano? Perché a Milano lo può fare chiunque: ci sono tantissime agevolazioni per avviare un'impresa. Ma dopo l'avvio devi crescere anche dal punto di vista delle risorse umane. Se vuoi creare una società che funziona, non puoi portare dentro persone insoddisfatte, pronte a scappare e a disprezzarti. A Milano succede questo, a Partinico siamo in un ambiente completamente diverso”. E in tutto ciò conta qualcosa la vicinanza al mare, l'aria salubre e il buon cibo. Inoltre, il contesto e le difficoltà aguzzano l'ingegno e portano innovazione, nel rispetto del principio base dell'economia: si crea ricchezza solo in presenza di scarsità di risorse. “Qui bisogna essere focalizzati, stare attenti, risolvere tanti problemi, affrontare tante necessità internamente. Per esempio, io posso affittare a Bologna un capannone e trovare nelle vicinanze un'azienda che fa taglio laser, una che vernicia, una che piega il ferro, un'altra che importa prodotti elettronici dalla Cina. Tutto bene, ma se mi manca un pezzo, cosa faccio? Se non lo so produrre, come risolvo il problema?  Qui, invece, siamo determinati ad analizzare trilioni di probabilità, siamo pronti a più cose possibili perché dobbiamo stare attenti, come se andassimo in un bosco e incontrassimo un lupo o un orso”. 

Una ventata di ottimismo

Insomma, Skutkiewicz dispensa ottimismo a piene mani: “Io voglio creare qualcosa. Voglio che dal puzzle che abbiamo intorno, creiamo qualcosa che può essere utile per le persone. Per farlo servono risorse per ragionare e progettare, cioè per ricerca e sviluppo. Posso concentrarmi sulla burocrazia, sulle strade dissestate, sulla politica, sul caro energia, sull'incompetenza di chi occupa importanti posizioni istituzionali, ma si tratta di questioni che non ho alcun modo di cambiare. E intanto non faccio bene il mio lavoro. Io mi concentro, invece, sulle cose che posso cambiare, su cui posso sostanzialmente intervenire”. Quella della Magicmotorsport è dunque una lezione di sana imprenditorialità. Un paradosso che arrivi dalla Sicilia? No, perché il nostro Mezzogiorno, a dispetto della narrativa dominante e dei rischi di desertificazione, ha ancora tante cose da raccontare.




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