Nel novero nelle microimprese potrebbero rientrare non solo gli artigiani e le aziende (ossia le società di persone e di capitali), ma anche i liberi professionisti, ossia avvocati, medici, ingegneri, architetti, notai, giornalisti eccetera: un “popolo” di partite Iva che, in teoria, potrebbe aumentare l'impatto degli incentivi sul mercato, andando a includere modelli che costano di più dei 35 mila euro massimi ammessi per i privati, in teoria fino a circa 66 mila euro. Per essere sicuri che il governo consideri questa platea come microimprese, occorrerà attendere i documenti ufficiali, il decreto attuativo ministeriale e la circolare applicativa dell'Agenzia delle Entrate.
Se il governo, come pare, dovesse accogliere anche i professionisti all'interno delle microimprese, si aprirebbe la possibilità di acquistare autovetture con omologazione N1. Alcune Case già offrono modelli elettrici con la doppia omologazione: si veda per esempio la Volvo EX30, che si differenzia dalla M1 per avere un posto in meno e la grata di separazione tra il baule e l'abitacolo. Lo stesso dicasi per Renault Scenic, Dacia Spring e Citroën e-C3 Van (queste ultime due con i soli posti anteriori). Altre case starebbero lavorando alla riomologazione di modelli già sul mercato, per poter sfruttare questa opportunità.
Per poter accedere ai contributi statali, sia i privati che le microimprese devono rottamare “un veicolo della medesima categoria omologato, in una classe fino a Euro 5”. Ergo, per un professionista serve un mezzo N1 da rottamare. Acquistarne uno adesso per tenerlo sei mesi, come impone la norma, così da rottamarlo in primavera, permetterebbe comunque di accedere agli incentivi, dal momento che l'acquisto va effettuato entro il 30 giugno 2026. Resta però da capire se da qui ai prossimi sei mesi i fondi saranno ancora disponibili o se, come probabile, saranno già esauriti.