La storica livrea Pioneer è inconfondibile: rosso vivo, blu elettrico e scritte bianche trasformano la linea armoniosa di Pininfarina in un manifesto pubblicitario a quattro ruote. Le proporzioni sono fedelmente riprodotte: cofano basso e largo, passaruota allargati con protesi in vetroresina e immancabili paraspruzzi bianchi dietro le ruote posteriori, a ricordarci che questa Ferrari è nata per le strade polverose del Tour de Corse, non per il tragitto casa-ufficio.
I dettagli esterni catturano l'essenza dell'auto reale: cerchi dorati a cinque razze con pneumatici scolpiti, doppi scarichi posteriori pronti a ruggire tra i tornanti corsi. Sul tetto spicca l'antenna da rally, lunga come un pennone, mentre le targhe nere francesi e la scritta “CH. Pozzi” richiamano la scuderia responsabile di questa follia. Sul frontale, niente cromature eleganti: solo la ferocia di un paraurti ridotto all'osso e un cofano cosparso di loghi.
L'abitacolo è più simile a una cellula di sopravvivenza che a un salotto di Maranello. Sedili rossi da corsa con cinture Sabelt, plancia scarna rinforzata da un roll-bar ben visibile. Addio moquette e inserti in pelle: qui dominano metallo, tubi e strumentazione essenziale. La replica è cromaticamente fedele, con dettagli come il piccolo estintore ai piedi del passeggero.
Nel 1982, nonostante l'arrivo dei mostri del Gruppo B, furono ancora le vetture dei Gruppi 1-4 a dominare il campionato. La Ferrari 308 GTB correva nel Gruppo 4 e sfiorò la vittoria al Tour de Corse, battuta solo dalla Renault 5 Turbo di Jean Ragnotti. Al volante della Ferrari c'era Jean-Claude Andruet, che concluse al secondo posto davanti alla Porsche 911 SC di Bernard Béguin, penalizzato dalla pioggia battente sui tortuosi tracciati corsi.