Pellegrini: "Garantire mobilità alle aziende è sempre più complicato"


Data inizio: 24-09-2025 - Data Fine: 24-11-2025


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Il mondo delle auto aziendali è da sempre un “barometro” del mercato, ma oggi garantire la mobilità alle imprese è sempre più complesso. Con queste parole, il direttore editoriale Gian Luca Pellegrini ha aperto l'edizione 2024 del Fleet & Business Day.

«Quando, nel 1995, Quattroruote decise di dedicare per la prima volta una pubblicazione e un evento alle flotte aziendali, non lo fece per inseguire una moda. All'epoca erano un comparto in crescita ma percepito come marginale: il 90% delle auto aziendali veniva acquistato. Eppure era già chiaro che le flotte rappresentavano molto più di un segmento: erano e sono un laboratorio anticipatore dei grandi cambiamenti dell'auto», ha ricordato Pellegrini, introducendo i temi caldi del settore: rallentamento della transizione, impatto sul noleggio e sulle auto aziendali.

Il fronte fiscale: i fringe benefit

"Oggi, riprendendo il filo dall'edizione del 2024, ci troviamo di fronte a un cambiamento ancora più rapido e radicale", ha spiegato Pellegrini. "In dodici mesi, i punti di riferimento che sembravano stabili sono stati messi in discussione". Il primo fronte è quello fiscale: "L'introduzione del nuovo regime di fringe benefit a favore delle auto elettrificate è stata salutata come un progresso, una misura capace di stimolare la transizione e di incentivare scelte più sostenibili. Ma la realtà è più complessa. Questa norma ha drogato il mercato di breve periodo, orientando aziende e driver verso soluzioni che non nascono da valutazioni razionali, ma dalla convenienza immediata dell'incentivo. È un vantaggio apparente, che presto presenterà il conto: quando queste vetture torneranno nel circuito dell'usato, ci troveremo di fronte a un gigantesco problema di valori residui. Un problema che non riguarderà solo i bilanci dei fleet manager, ma la salute complessiva del mercato dell'auto".

Geopolitica e industria

Ci sono poi due questioni strettamente intrecciate. Infatti, il secondo fronte riguarda la geopolitica e l'industria. Per il direttore: «L'arrivo dei marchi cinesi non è più un'ipotesi, non è più un'ombra sullo sfondo: è un fatto compiuto. Hanno listini aggressivi, gamme articolate, un rapporto prezzo-dotazioni che mette in difficoltà i costruttori europei. Per chi gestisce flotte non è una questione ideologica: nessuno sceglie sulla base dei simboli, ma sulla base dei numeri. Total Cost of Ownership, affidabilità, continuità del servizio: su questi parametri i player cinesi entrano in partita e costringono tutti a rivedere i propri calcoli. È una sfida che non si esaurisce nei numeri: tocca anche la fiducia, il valore residuo, la tenuta nel tempo di marchi che ancora devono costruirsi una reputazione. Ma intanto, sul breve, il loro impatto è già dirompente».

 

Il fronte normativo

Infine, l'ultimo fronte riguarda le normative comunitarie. «Bruxelles ha promesso, entro la fine del 2025, una legge specifica per accelerare l'adozione dell'elettrico nelle flotte aziendali. Non stiamo parlando di un'ipotesi lontana, ma di un vincolo imminente che peserà in modo diretto sulle decisioni di ogni azienda e di ogni gestore», ha affermato Pellegrini. «Ed è paradossale che questa accelerazione arrivi proprio mentre la grande data simbolica, il 2035, quella dello stop ai motori termici, viene rimessa in discussione. Un anno fa sembrava scolpita nella pietra, oggi è oggetto di ripensamenti, deroghe, rinegoziazioni. La traiettoria verso l'elettrico, che si voleva lineare e irreversibile, si sta rivelando accidentata e fragile. E ancora una volta le flotte, più dei privati, saranno chiamate a fare da apripista, a misurare sulla propria pelle la distanza fra la politica e la realtà».

 

Dunque, lo scenario complessivo è caratterizzato da «incentivi che rischiano di trasformarsi in bolla, competitor globali che irrompono con la forza dei numeri, norme che accelerano e frenano al tempo stesso». «In questo contesto il compito delle flotte è ancora quello di sempre: garantire mobilità alle aziende, contenere i costi, gestire il rischio. Ma oggi questo compito si complica, perché le variabili non sono solo economiche, ma politiche, geopolitiche, industriali», ha concluso Pellegrini.




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