L'idea di base è che esisterebbero soluzioni efficaci come alternativa valida all'auto privata, ossia i mezzi pubblici, la bici, i monopattini elettrici, e il semplice piacere di spostarsi a piedi. Così da ridurre l'inquinamento atmosferico e acustico, a beneficio di uno stile di vita più sano, per riscoprire gli spazi urbani.
Quattroruote riflette sui problemi della mobilità odierna con pubblicazioni come Volt o speciali web come Car and the city. Ecco perché, al di là dell'ideologia, pensiamo che la Giornata mondiale senza auto debba servire come strumento di riflessione in una fase storica affamata di dibattito. E nuove esigenze, imperscrutabili quando, nel 1997, venne istituita l'iniziativa. Corretto, insomma, interrogarsi sull'opportunità dell'uso intelligente del mezzo privato.
Tuttavia, è altrettanto necessario trovare nuove vie d'uscita per tematiche ancora irrisolte: dal problema degli accessi alle auto nelle città (quali tipologie ammettere e no; sopratutto, con quale criterio) a quello dell'inquinamento puntuale (ovvero la necessità di privilegiare le auto a emissioni zero nelle zone abitative più inquinate), passando per la mobilità d'urgenza (sanitaria o professionale che sia, che non dovrebbe essere soggetta a dazi come quelli dell'Area C di Milano, per esempio), quella della terza età o per l'inefficienza dei trasporti pubblici al di fuori delle privilegiate cerchie centrali delle grandi città italiane. Insomma, abbiamo scelto di ricordare questa giornata apparentemente in antitesi con la missione di Quattroruote per sottolineare necessità di un dialogo concreto a favore dell'esigenza collettiva di una nuova mobilità, il cui faro dovrà essere la capacità di comprendere opportunità degli spostamenti più che la loro proibizione unilaterale a difesa di un'idea non condivisa.