La E-Car europea si farà


Data inizio: 12-09-2025 - Data Fine: 12-11-2025


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Come previsto, il Dialogo Strategico tra la Commissione Europea e il settore dell'auto ha prodotto poco, se non dichiarazioni d'intenti. L'unica vera novità, almeno per ora, è la conferma che la cosiddetta E-Car si farà: Bruxelles, infatti, ha assicurato che lavorerà per "creare una nuova categoria normativa" dedicata alle auto di piccole dimensioni, dal prezzo contenuto e possibilmente elettrificate: una classe che "dovrà poi riflettersi negli standard sulle emissioni di CO2". Prende corpo, quindi, la proposta avanzata da alcuni costruttori europei, in primis dalla Renault e da Stellantis, e fatta propria da Ursula von der Leyen, che per il progetto ha trovato anche un nome: "Small Affordable Cars". L'iniziativa piacerà ad Antonio Filosa, che proprio per le E-Car ha caldeggiato l'introduzione di "super incentivi", e molto meno ai suoi colleghi tedeschi: fatto sta che la strada verso la "kei car all'europea" è tracciata. Quattroruote se ne occupa da tempo: per questo, vi proponiamo alcuni approfondimenti. 

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Il 2035 e la clausola di revisione. L'incontro a Bruxelles, che ha visto la partecipazione dei vertici di tutti i grandi costruttori (Ola Källenius per Mercedes-Benz e Acea, John Elkann per Stellantis, Oliver Zipse per BMW, Francois Provost per Renault e Oliver Blume per il Gruppo Volkswagen), ha affrontato anche altri temi. La Commissione, per esempio, ha manifestato l'intenzione di "anticipare il prima possibile" la clausola revisione del regolamento sulle emissioni che impone, di fatto, lo stop alla vendita di nuove auto a combustione interna nel 2035: a tal proposito, a Bruxelles intendono concludere per la fine di ottobre "una valutazione di impatto", in modo da arrivare poco dopo alla presentazione della revisione delle normative. Una conferma, in fin dei conti, di quanto deciso già a marzo. Su richiesta dell'industria, si è discusso anche del possibile utilizzo di alimentazioni ibride, plug-in e range extender oltre la scadenza del 2035, in base al caldeggiatissimo principio della neutralità tecnologica, ma nemmeno su questo punto pare ci siano state particolari aperture. 

Le flotte, le batterie, la ricerca. Durante l'incontro sono state illustrate anche due proposte per le flotte aziendali e le batterie, "in arrivo già quest'anno". Sul primo fronte, però, la Commissione non ha fornito dettagli, mentre sugli accumulatori è stato confermato l'impegno - già indicato a marzo - a stanziare 1,8 miliardi di euro di fondi europei. Sul tavolo del meeting sono finiti pure temi come la concorrenza estera e la tutela delle produzioni continentali, anche tramite l'applicazione di "requisiti locali" fissati dall'Industrial Accelerator Act presentato di recente dalla Commissione. Infine, un risultato tangibile - forse l'unico dell'incontro - è stato raggiunto con la firma di una lettera d'intenti per accelerare la ricerca e l'innovazione nel settore automobilistico, anche tramite l'avvio di programmi congiunti tra pubblico e privato.

Il comunicato di Bruxelles. "L'incontro ha ribadito la necessità di agire rapidamente per attuare il Piano d'Azione per l'automotive", ha spiegato la Commissione, secondo cui "i dibattiti principali si sono concentrati sul consolidamento della leadership europea nei veicoli elettrici, sull'accelerazione dell'innovazione nei veicoli autonomi e connessi e sul rafforzamento dell'industria europea della produzione di batterie. La Commissione sta tutelando le aziende europee dalla concorrenza sleale, migliorando l'accesso alle materie prime essenziali e sostenendo i lavoratori attraverso la riqualificazione". A ogni modo, da Bruxelles garantiscono come l'appuntamento abbia "consentito all'industria automobilistica europea, alle parti sociali e ad altri soggetti interessati di fornire contributi sulle prossime iniziative della Commissione, tra cui la revisione del regolamento sugli standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 di autovetture e furgoni, la proposta sulle flotte aziendali e la semplificazione normativa per le autovetture, nonché per i veicoli commerciali leggeri e pesanti". 

Futuro "made in Europe". Dal canto suo, von der Leyen guarda avanti: "Vogliamo che il futuro delle automobili e le auto del futuro siano 'made in Europe'", ha scritto la presidente su X. "Per questo, stiamo lavorando a stretto contatto con l'industria per rendere questo obiettivo realtà. Oggi abbiamo tenuto il nostro terzo Dialogo Strategico con il settore automobilistico e il nostro Piano d'Azione Industriale sta già dando i suoi frutti. Stiamo tutelando le aziende europee dalla concorrenza sleale, migliorando l'accesso alle materie prime essenziali e supportando i lavoratori attraverso la riqualificazione. Abbiamo anche ascoltato le preoccupazioni del settore e, di conseguenza, concesso flessibilità. Combineremo decarbonizzazione e neutralità tecnologica. Ora, mentre la tecnologia trasforma la mobilità e la geopolitica rimodella la concorrenza globale, non può più esserci 'business as usual'. Insieme, garantiremo che l'Europa rimanga all'avanguardia nell'innovazione automobilistica". A oggi, non è ancora dato sapere come questa propensione a garantire la neutralità tecnologica si rifletterà sulla roadmap che porterà al 2035 "full electric", a oggi confermata.

La risposta dei costruttori. In sintesi, l'incontro è stato interlocutorio. Lo dimostra anche la posizione dell'Acea, l'associazione dei costruttori: "Siamo impegnati in questo dialogo aperto e costruttivo per trovare una soluzione migliore per l'ecosostenibilità", ha detto Källenius. "Potremmo non aver ancora chiarito tutte le divergenze, né abbiamo le risposte a tutte le sfide. Ma siamo fiduciosi che lo spazio per le soluzioni si stia ampliando e siamo fiduciosi che il lavoro dei prossimi mesi darà risultati. L'Europa deve semplicemente impegnarsi su tutti i fronti: decarbonizzazione, competitività e resilienza della catena di approvvigionamento". Tuttavia, l'Acea avverte ancora una volta che la cosa più urgente da fare è "avviare passi concreti per adattare il quadro normativo sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni alla realtà". Insomma, se la richiesta era di rallentare la transizione, una risposta precisa non c'è stata.




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