Ma che cos'è l'Isee? Come si calcola? E a chi bisogna rivolgersi per averlo? Vediamo di capirlo partendo da un punto fermo imprescindibile: l'Isee non è un indicatore del reddito individuale o familiare, ma uno strumento che permette di confrontare la situazione economica delle persone indipendentemente dal loro stipendio. Semplificando al massimo, è un indicatore della ricchezza realmente disponibile della famiglia. E che, dunque, tiene conto del reddito, sia da lavoro sia da pensione sia fondiario, della casa di abitazione, sia essa di proprietà o in affitto, della composizione del nucleo familiare, del patrimonio mobiliare (depositi bancari o postali, titoli finanziari eccetera) e immobiliare, dei veicoli di proprietà, di eventuali disabilità o non autosufficienze nel nucleo familiare, di prestazioni socio-sanitarie continuative (per esempio, eventuali ricoveri in Rsa), degli assegni eventualmente corrisposti o percepiti, per esempio tra coniugi o ex coniugi per il mantenimento dei figli. Dal 3 aprile 2025 sono esclusi dal calcolo Isee i titoli di stato (Bot, Btp eccetera) e alcuni prodotti finanziari di raccolta del risparmio (buoni fruttiferi e i libretti di risparmio postale) fino al valore complessivo, per nucleo familiare, di 50 mila euro.
Tutte queste informazioni, insieme ai dati personali di ciascun componente del nucleo familiare, devono essere contenute nella cosiddetta Dsu Isee o più semplicemente Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica). La Dsu è una dichiarazione che si articola in diversi moduli e, per ciascun modulo, in diversi quadri (un po' come nei modelli per la dichiarazione dei redditi) da compilare a seconda delle caratteristiche del nucleo familiare e del tipo di prestazione che si intende richiedere (nella maggior parte delle situazioni è sufficiente compilare il modello “Mini”). Molte delle informazioni contenute nella Dsu possono essere acquisite direttamente dagli archivi dell'Agenzia delle Entrate e degli enti di previdenza e, ovviamente, sui dati dichiarati potranno essere effettuati, dalla stessa Agenzia delle Entrate, controlli e verifiche, in particolare presso le banche o gli intermediari finanziari che gestiscono il patrimonio mobiliare del dichiarante (in caso di dichiarazioni mendaci sono previste conseguenze penali).
Il dichiarante potrà presentare la Dsu nella modalità non precompilata oppure nella nuova modalità precompilata, autonomamente tramite il sito dell'Inps oppure rivolgendosi a un Caf, un Centro di assistenza fiscale, che presta gratuitamente il servizio di consulenza e compilazione. Basta prendere un appuntamento e presentarsi nell'ufficio indicato con i documenti che saranno richiesti al primo contatto. Sulla base dei documenti forniti, il Caf compilerà la Dsu e la trasmetterà all'Inps che a sua volta calcolerà, nel giro di pochi giorni, l'indicatore Isee. Attenzione: l'Isee è valido fino al 31 dicembre dell'anno in cui è stata presentata la Dsu. Per l'anno successivo bisognerà chiederlo nuovamente.
Come accennato all'inizio, nella nuova tornata di incentivi all'acquisto di auto elettriche, l'Isee sarà la variabile discriminante per l'accesso all'incentivo (e la sua entità):
L'Isee può servire anche in numerose altre situazioni: per accedere a contributi statali, a prestazioni sociosanitarie o ad agevolazioni fiscali o economiche di varia natura. Per esempio, in relazione alle tasse universitarie, alla mensa, ai servizi scolastici e all'assegno unico dei figli, ma anche per ottenere sconti sui trasporti pubblici e molto altro.