Da qualsiasi angolo dell'Europa è ormai una continua levata di scudi contro le politiche di Bruxelles per l'industria dell'auto. Gli ultimi appelli a correggere la rotta arrivano dalla Germania e non solo dai maggiori esponenti del settore, ma anche dai vertici politici. È il caso di Friedrich Merz, che oltre a ricoprire il ruolo di cancelliere fa parte anche di uno dei partiti che sostengono l'attuale Commissione europea e il suo presidente Ursula von der Leyen. Merz, pur non facendo esplicito riferimento al Green Deal, è stato chiaro nel suo discorso di apertura al pubblico del Salone di Monaco di Baviera nell'affermare come il divieto dei motori a combustione sia "un approccio sbagliato".
Serve maggior flessibilità. "Siamo impegnati nella transizione verso la mobilità elettrica, ma abbiamo bisogno di normative europee intelligenti, affidabili e flessibili", ha sottolineato Merz, raddoppiando le richieste rivolte di recente dall'associazione dei costruttori Acea e dai manager dei principali operatori tedeschi, come Oliver Zipse della BMW, Ola Källenius della Mercedes-Benz e Oliver Blume del Gruppo Volkswagen, in vista del Dialogo Strategico di venerdì 12 settembre. "Abbiamo bisogno di maggiore flessibilità nella regolamentazione: gli impegni politici unilaterali su tecnologie specifiche rappresentano fondamentalmente un approccio di politica economica sbagliato", ha incalzato il cancelliere, secondo il quale la lotta ai cambiamenti climatici deve avvenire "nel modo più economicamente conveniente possibile attraverso l'apertura tecnologica". In sostanza, Merz ha chiarito il suo sostegno al principio della neutralità tecnologica, ormai da mesi un cavallo di battaglia del suo partito (la Cdu) e ancor di più del Partito Popolare Europeo, il maggior schieramento politico al Parlamento Ue.
L'elettrico sul finale, ma intanto... Ancor più diretti ed esplitici sono stati altri appelli, a partire da quello di Markus Söder, presidente del Land della Baviera e, soprattutto, uno dei principali alleati politici dello stesso Merz visto che presiede la Csu. "Il divieto ai motori a combustione è sbagliato", ha dichiarato Söder dallo stesso palco del Salone. "Abbiamo bisogno di altre opzioni perché, a dire il vero, i motori a combustione interna hanno ancora un futuro. La mobilità elettrica prevarrà nel lungo termine, ma abbiamo bisogno di molto più tempo per organizzare il tutto in Europa". E al coro si aggiunge un altra voce, quella di Manfred Weber, presidente proprio del Ppe e protagonista negli ultimi mesi di continui appelli a von der Leyen per rivedere le politiche comunitarie secondo un approccio improntato sempre al solito mantra della "neutralità tecnologica: abbiamo bisogno di una revisione del divieto sui motori a combustione interna", ha rimarcato Weber.
Berlino e l'auto. In altre parole, il centro-destra tedesco ha ormai deciso quale posizione assumere nei confronti delle politiche comunitarie. Non mancano rischi per un governo alle prese con la necessità di mantenere unita la coalizione con l'Spd e, al contempo, con l'esigenza di contrastare l'ascesa dell'ultra-destra dell'AfD guidata da Alice Weidel e il calo dei consensi tra i cittadini tedeschi. Il cancelliere ha promesso numerose riforme, ma molti sono gli ostacoli da superare: bisogna sbloccare il controverso piano da 500 miliardi di investimenti promesso da Merz, coprire un buco di bilancio da 30 miliardi e, soprattutto, sopire i continui scontri interni alla coalizione su tasse e welfare. E l'auto rischia di essere una nuova fonte di divisioni. Finora, il cancelliere ha tenuto una posizione conciliante tra le istanze dei cristiano-democratici, che da tempo chiedono la cancellazione del bando delle endotermiche, e quelle dei socialdemocratici, che vogliono mantenere l'attuale status quo, ma ora le sue ultime parole rischiano di aumentare le divisioni. Lo dimostrano i commenti di un deputato della Spd, Armand Zorn: "Chiunque metta in discussione l'eliminazione graduale dei motori a combustione interna potrebbe ricevere applausi nel breve termine, ma sta mettendo a repentaglio la competitività a lungo termine del nostro Paese". Intanto, Merz pianifica degli incontri con i principali esponenti del settore automobilistico e promette il suo pieno sostegno alle istanze del settore con l'obiettivo di mantenere la Germania nel ruolo di "uno dei principali Paesi al mondo per l'industria automobilistica e manifatturiera: vogliamo dare forma alla trasformazione del settore".