Filosa: "Nuova Jeep Compass e Fiat 500 ibrida per fare volumi"


Data inizio: 07-09-2025 - Data Fine: 07-11-2025


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Sono la nuova Jeep Compass e la Fiat 500 ibrida i modelli che daranno ancora più vigore a Stellantis: questo uno dei punti chiave dell'intervista rilasciata da Antonio Filosa, Ceo del gruppo da 10 settimane, al Sole 24 Ore e al quotidiano francese Les Echos. “Il Piano Italia, voluto dal presidente John Elkann e da me fortemente sostenuto, rappresenta un'opportunità epocale per il nostro Paese, coi volumi che arriveranno dai lanci dei nuovi modelli”, ha detto il top manager, facendo riferimento, oltre che alla Suv media americana attesa a ottobre 2025 (prodotta a Melfi) e al Cinquino hybrid (dicembre, Mirafiori), anche ai modelli su piattaforme Stla Medium e Stla Small.

Europa, abbiamo un problema. Secondo Filosa, il mercato automobilistico globale “sta diventando sempre più regionalizzato, sotto la doppia pressione dei dazi doganali e delle normative locali e regionali. Gli Usa hanno cambiato completamente direzione in seguito alle importanti decisioni dell'amministrazione Trump, in materia sia di tariffe sia di politica di decarbonizzazione, mentre l'Europa ha scelto la strada della piena elettrificazione, "una direzione che sosteniamo e in cui abbiamo investito molto, ma di cui ora mettiamo in discussione il ritmo e la rigidità, data la realtà del mercato”. Filosa parte da un dato: nel 2019, in era pre-Covid, il mercato dell'auto valeva 18 milioni di immatricolazioni, ora non arriva a 15 milioni. “Tre milioni di auto in meno equivalgono al mercato italiano e spagnolo messi insieme, persi in cinque anni. Non dobbiamo sottovalutare il rapido declino dell'industria automobilistica nel Vecchio Continente”.

Target fuori portata. “Restiamo impegnati a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050", continua Filosa. "Tuttavia, gli obiettivi di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e di divieto di vendita di auto con motore a combustione interna entro il 2035 non sono realistici. È necessario introdurre flessibilità che contribuisca alla decarbonizzazione e al mantenimento dell'attività industriale”. Di qui il pieno appoggio dell'amministratore delegato Stellantis alla proposta che l'Associazione delle Case europee (Acea) ha avanzato, ossia  costruire un sistema flessibile e aderente alla realtà, che faccia leva sulla neutralità tecnologica. In vista del Dialogo Strategico sull'auto del 12 settembre, il Ceo di Stellantis auspica che le successive possibili decisioni da parte dell'Ue siano rapide in tema di revisione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. “Il processo avviato da Ursula von der Leyen è un passo molto positivo, ma ora dobbiamo passare dal Dialogo Strategico" alla ‘azione strategica'. E in fretta”. L'impegno è dunque concentrato sui 15 milioni di nuovi mezzi venduti in Europa ogni anno. "Tuttavia, 250 milioni di auto circolano sulle strade con un'età media di 12 anni, un dato in continua crescita. Dobbiamo assolutamente interrompere il circolo vizioso che sta portando al calo delle vendite e al ritardo nel rinnovo di un parco veicoli obsoleto”. Sui listini in notevole aumento, Filosa reputa che si debbano “ridurre i costi di produzione per rendere le auto più accessibili. L'idea è quella di far emergere una nuova domanda, attualmente soffocata dall'abbondanza e dalla rigidità normativa”.

A noi le citycar, ai tedeschi plug-in ed Erev.
Secondo Filosa, in Europa è opportuno spingere in più direzioni: la proposta ai consumatori di ibride ricaricabili Phev e Erev (ovver con range extender), settore dove la Germania propone tecnologie avanzate, può viaggiare in parallelo con una maggiore diffusione delle piccole a basso impatto ambientale, segmento in cui Stellantis è da sempre protagonista. Il tutto passa attraverso la spinta di Bruxelles nella direzione delle e-car e delle citycar. In proposito, Filosa ritiene preziosi i super incentivi per le mini Bev e un “un sistema di offset credits per le Case, che valorizzi i motori elettrificati, gli investimenti in infrastrutture, le azioni a sostegno dei fornitori e gli interventi per rinnovare il parco auto. Nella nostra visione sarebbe necessario introdurre una categoria nuova, sul modello delle kei-car giapponesi”. Vetture di dimensioni ridotte in cui credono anche John Elkann e l'ex Ceo Renault Luca de Meo, che le hanno promosse direttamente in una doppia intervista diventata celebre. In buona sostanza, Filosa promuove un meccanismo di crediti di compensazione: le aziende possono neutralizzare la propria produzione di anidride carbonica (CO2), investendo in progetti che riducono le emissioni altrove. Così da limitare le multe di 16 miliardi di euro complessivi imposte dall'Ue alle società che sforano i limiti nel 2025.

Il problema dei commerciali. Massima attenzione anche ai commerciali leggeri: “Questo mercato sta davvero soffrendo. nel 2024, si sono registrate solo due milioni di immatricolazioni e nel 2025 i volumi potrebbero crollare di 350.000 unità. Si tratta di un calo drastico. La riduzione equivale alla produzione di due stabilimenti e mette a rischio 50.000 posti di lavoro, tra cui produttori di attrezzature e subappaltatori. Si tratta di un aspetto strategico per la Francia, poiché uno dei nostri più grandi stabilimenti si trova nel Nord, a Hordain. Lì produciamo il 25% dei veicoli utilitari che vendiamo in Europa. La causa? “Immaginate che un idraulico o un giardiniere debba acquistare un veicolo elettrico che attualmente ha un costo totale di gestione superiore a qualsiasi altro motore, come il diesel. Con il costo dell'elettricità in continuo aumento, non hanno altra scelta che tenere il loro mezzo ancora per un po'. Questo mercato professionale non risponde alla stessa logica economica delle automobili”. Soluzione: “Estendere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 da tre a cinque anni. Introdurre flessibilità, aprendo il campo ai biocarburanti”.

Dragone inarrestabile. C'è poi la questione cinese. “Quest'anno”, fa notare Filosa, “la Cina da sola produrrà più veicoli di Stati Uniti ed Europa messi insieme. E le vendite di Bev supereranno quelle delle termiche. Questo è il risultato di una politica industriale determinata. Viviamo quindi in un ambiente molto complesso, dove tutto è regolato da normative che non vanno tutte nella stessa direzione a seconda della regione”. A proposito di Celeste Impero: “Entro la metà del 2025, Leapmotor sarà distribuito in oltre 600 punti vendita e assistenza in Europa (1.500 in tutto il mondo). Parleremo di progettazione, sviluppo prodotto e gestione dei lanci di mercato in Europa, Sud America e Medio Oriente. Sono la nostra finestra sulla Cina, che ci permette di imparare rapidamente”.

Stellantis a 12 marchi: sostenibile? “È un vantaggio avere così tanti marchi forti con radici regionali storiche", continua Filosa. "Hanno tutti un Dna forte. Alcuni sono più consolidati a livello regionale, come Peugeot, che ha una forte presenza in Europa e Sud America, o Fiat in Sud America e nell'Europa meridionale. Altri marchi sono più globali, come Jeep. E poi, abbiamo la capacità industriale per accoglierli. Ne abbiamo persino troppi, data la crisi che il nostro settore sta attraversando”.

E le fabbriche? “È impossibile dire se le chiuderemo. Dobbiamo prima vedere come evolverà il dibattito sulla regolamentazione europea. Esiste effettivamente un legame diretto tra questo quadro normativo e la nostra attività. Se verranno adottate rapidamente le misure appropriate, possiamo sperare di vedere concretizzarsi un cambiamento positivo”. In quanto alla redditività, “il nostro obiettivo immediato è quello di conseguire un miglioramento graduale e incrementale dei nostri risultati, trimestre dopo trimestre. Nel medio termine, puntiamo a raggiungere un margine operativo compreso tra il 6 e l'8%. Stiamo rivedendo il nostro piano strategico e presenterò un aggiornamento nel primo trimestre del prossimo anno”.

Il problema Stati Uniti e il boom del V8 Hemi. “In Usa, i volumi sono diminuiti principalmente a causa del ritiro di sette modelli negli ultimi anni. Questi sette prodotti rappresentavano 300.000 vendite all'anno. La soluzione è lanciare nuovi modelli, ed è quello che stiamo facendo. Abbiamo annunciato il ritorno della Jeep Cherokee , che rappresenta una pietra miliare importante. E il ritorno del motore V8 Hemi, che è un successo fenomenale perché soddisfa le aspettative dei nostri clienti. Il primo giorno di lancio, abbiamo ricevuto 10.000 ordini, poi 30.000 in tre settimane”.

"Fiero di essere un Marchionne boy". Infine, il dirigente originario di Castellammare di Stabia si dice “fiero di essere uno dei Marchionne Boys: se c'è un idolo di leadership per me è Marchionne. Sono stato educato da lui in tutti i sensi, nel suo stile ipercarismatico, a volte brutale nella sua onestà, a volte didattico. Ho “resistito” decine di anni con lui, aveva una visione molto manageriale nel conoscere e seguire la carriera dei suoi top 100. Ho lavorato sotto la sua diretta supervisione per sei, sette anni e lui direttamente mi ha promosso un paio di volte, l'ultima è stata a marzo del 2018, quando sono entrato nel GEC. È stata una scuola, davvero, e se qualcuno mi definisce un Marchionne boy per me è un onore". 




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