La vicenda della Northvolt assume contorni sempre più disastrosi. Dopo la bancarotta dichiarata dalla società svedese, anche per via della lenta transizione elettrica in Europa, ora sfuma il sogno di una gigafactory in Canada. Il governo della provincia del Québec ha infatti ritirato i finanziamenti da 7 miliardi di dollari locali (circa 4,35 miliardi di euro) per costruire una fabbrica di batteria a Saint-Basile-le-Grand e McMasterville (nei pressi di Montréal), su un terreno grande quanto quanto 318 campi da calcio, perché a suo dire il piano presentato è "insoddisfacente".
Vie legali. Come riferisce Le Journal, il procuratore generale si rivolgerà alla Corte superiore per recuperare parte dell'investimento già effettuato più gli interessi, ossia 260 milioni di dollari. Addio,invece, a 270 milioni di dollari impegnati nella società. Non è mai stato posato neppure il primo mattone dell'impianto che, secondo il premier François Legault, avrebbe rappresentato “il più grande investimento privato nella storia recente” della zona.
La società non ci sta. L'azienda definisce “deplorevole” la decisione del Québec: “Considerati gli sforzi già compiuti e ancora in corso per individuare un acquirente e parallelamente alla rigorosa gestione delle nostre finanze, è importante ricordare che Northvolt North America non è in bancarotta e dispone ancora di solide risorse finanziarie per rilanciare il progetto grandioso”, destinato a creare 3 mila posti di lavoro. Da parte sua, il ministro dell'Economia Christine Fréchette, sottolinea come l'iniziativa sia “un fallimento, che però non segna la fine dell'industria locale delle batterie”.
Quale futuro. La californiana Lyten, che ha già acquistato le attività di Northvolt in Svezia, Polonia e Germania, ha espresso interesse ad acquisire il sito dove costruire una gigafactory nordamericana.
Chi ci ha guadagnato. Nel 2015, l'investitore immobiliare Luc Poirier ha venduto il terreno (dove sarebbe dovuta sorgere la gigafactory) per 240 milioni di dollari alla Northvolt, che lo ha acquistato con un prestito rimborsabile dal Québec. Un colpo da maestro per il magnate che, a ottobre 2024, si è detto pronto a riacquistare il sito allo stesso prezzo.