Nel 1975, la Lancia Stratos si è già imposta nel mondiale rally. Dopo anni di sperimentazione tecnica e visioni ardite, è lei a riscrivere le regole di questa specialità, a cui abbiamo voluto dedicare un capitolo di questa serie speciale. Tre documentari sulle auto italiane che nel 1975 si imposero nelle rispettive categorie: Formula 1 con la Ferrari 312T, Campionato Sportprototipi con la Alfa Romeo 33 TT 12 e Campionato del mondo rally con, appunto, la Lancia Stratos.
L'auto messa in campo dal Gruppo Fiat non nasce da un compromesso, ma da un'idea radicale: un'auto progettata solo per vincere, a partire da un foglio bianco. Bertone presenta il prototipo Zero nel 1970, un'astronave su ruote. Poi tocca a Marcello Gandini tradurre quell'utopia in realtà per la Lancia: linee affilate, abitacolo compatto, motore centrale. A muoverla un V6 Ferrari da 2.4 litri — lo stesso della Dino — diventa il cuore pulsante della Stratos.
Il debutto non è semplice: veloce, sì, ma anche nervosa e instabile. I primi difetti strutturali vengono corretti grazie ai feedback di Sandro Munari. Dopo un avvio complicato, la Stratos prende quindi il volo. Tra il 1974 e il 1976 conquista tre titoli mondiali consecutivi nel Mondiale Rally, cambiando il paradigma delle corse su strada e su terra. Nei tornanti innevati del Montecarlo o tra le pietraie dell'Acropoli, la Lancia danza con precisione chirurgica. È leggera, potente, agile, brutale. Un mix irripetibile. E quando anche l'ultima evoluzione della Stratos lascia le scene, lo fa da leggenda. Perché nessuno ha mai osato così tanto, né prima né dopo.
Intorno a questa epopea sportiva cresce anche un'aura estetica e culturale. La Stratos non è solo vincente, è bella, audace, irripetibile. Il suo abitacolo stretto e avvolgente sembra una cabina di pilotaggio, il suo profilo a cuneo un esercizio di stile estremo. E anche quando le strategie aziendali spostano l'attenzione su modelli più convenzionali, lei continua a lasciare il segno: alla Targa Florio, al Giro d'Italia e così via. Oggi è un'icona assoluta.