Trump firma: tariffe in vigore dal 7 agosto


Data inizio: 01-08-2025 - Data Fine: 01-10-2025


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L'accordo commerciale tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti non è stato ancora definito nei dettagli, ma Donald Trump non ha perso tempo e, poco prima della deadline da lui stesso indicata, ha firmato un ordine esecutivo per imporre i dazi del 15% su un ampio paniere di beni importati dal Vecchio Continente, tra cui automobili, semiconduttori, prodotti farmaceutici e agroalimentari. In sostanza, l'inquilino della Casa Bianca ha confermato a grandi linee quanto concordato in Scozia con il presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. Dunque, nessuna sorpresa, né il dietrofront paventato da alcuni politici e funzionari continentali, preoccupati dalla possibilità che Trump sorprendesse tutti con l'ennesimo colpo di testa anche alla luce della scarsa unanimità europea sull'intesa. L'unica novità è rappresentata dalla data in cui entreranno in vigore i nuovi dazi, fissata al 7 agosto. Inoltre, le tariffe doganali sulle merci spedite via nave non saranno modificate prima del 5 ottobre.

Puniti Svizzera e Canada. Detto questo, non sono mancate sorprese ai danni di altri Paesi. L'ordine esecutivo conferma i dazi al 15% per il Giappone e la Corea del Sud, al 10% per il Regno Unito e al 25% per l'India, ma include anche un nuovo aumento dell'aliquota, dal 25% al 35%, per il Canada, attaccato ancora una volta per la "continua inazione e le ritorsioni di Ottawa" (sembra, però, che Trump abbia anche voluto lanciare un messaggio politico dopo la decisione del governo canadese di riconoscere lo Stato della Palestina). Punita anche la Svizzera con una tariffa del 39%, ben più alta di quella indicata il aprile scorso durante il cosiddetto "Liberation Day", mentre quella per Taiwan è stata ridotta al 20%. Inoltre, il Messico ha ottenuto un nuovo rinvio di 90 giorni in modo da proseguire i negoziati in corso da tempo. Nella lista pubblicata dalla Casa Bianca si precisa, inoltre, che le merci importate da ogni nazione del mondo saranno soggette a una tariffa del 10%, a eccezione dei beni provenienti dai 92 paesi elencati in un allegato e soggetti a tariffe più elevate, come nel caso della Ue o del Giappone. Il dazio maggiore, al 41%, riguarda le merci siriane, mentre il Brasile si ritrova in una situazione delicata: è stata confermata l'aliquota del 10%, ma un altro ordine esecutivo aggiunge un ulteriore 40% su alcune merci (la decisione sarebbe legata all'intenzione di Trump di colpire il presidente Luiz Inácio Lula da Silva per il processo contro il predecessore Jair Bolsonaro). Infine, oltre alle nuove tariffe, l'amministrazione Trump ha stabilito un dazio del 40% su merci considerate "trasbordate" dalle dogane Usa: si tratta di beni prodotti in un determinato Paese, lavorati in un altro e quindi esportati negli Stati Uniti. 




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