Dodici, numero perfetto


Data inizio: 23-07-2025 - Data Fine: 23-09-2025


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Ci sono automobili che non hanno bisogno di convincerti con i numeri. E l'Aston Martin Vanquish è tra queste, ché a lei spetta qualcosa di diverso e, per certi versi, più alto: rendere straordinariamente aristocratica la guida. La bella guida, per essere precisi, tanto più in questa versione scoperta. Questione di sensazioni, dettagli, persino piccolezze, che però, tutte insieme, restituiscono l'automobile a quella dimensione di piacere e libertà che da sempre le appartiene. E poi ci sono i numeri: non metterli in primo piano non significa sminuirli. Anche perché provateci voi, a sminuire 835 cavalli. Sì, avete letto bene: nel cofano si agitano 8 centinaia, 3 decine e 5 cavalli. E quest'ultima manciata è ciò che le serve per piazzarsi alle spalle gli 830 cavalli della Ferrari 12 Cilindri e incoronarsi auto a motore anteriore più potente oggi in vendita.

Esclusività senza tempo. In ogni caso, la Vanquish non ha il feticcio della performance fine a sé stessa. Quello che lei ama generare e alimentare è un mondo dove prevale il piacere, dove il profumo della benzina e quello dei pellami si fondono fin quasi a diventare un'unica cosa. Pellami che, a ettari, ricoprono ogni angolo dell'abitacolo, nel quale regna incontrastata l'eleganza tipica della Aston Martin: stile, materiali e ogni minimo dettaglio rivelano una cura ed un'esclusività senza tempo. Talmente priva di riferimenti temporali che la classicità riesce a convivere, anzi a sposarsi, con la modernità di un grande schermo piazzato al centro della console o con la strumentazione che riproduce, su un pannello digitale, quelle lancette e quei fondini che un tempo erano piccole opere d'arte dotate di tridimensionale fisicità. Apple CarPlay è addirittura presente nella versione Ultra, che oggettivamente non è nulla per cui perdere la testa.

Risponde subito. In ogni caso, la Vanquish rimane un'automobile capace di impostare un dialogo splendido e fitto con l'asfalto. Percezioni decise, ben definite, che ti accompagnano a ogni curva, a ogni accelerazione. Con nonchalance, oltre agli 835 cavalli, il V12 mette a disposizione 1.000 Newtonmetro. Ci sono già tutti a 2.500 giri, grazie alle due turbine che soffiano forte fin da subito. E questo, siamo onesti, per un'auto del genere non è una di quelle cose che ti coccoli nella testa. D'accordo, significa avere risposte spallutissime appena accarezzi l'acceleratore, ma quando poi si passa all'allungo finisce che la forza prevale sulle sensazioni. Non c'è un vero crescendo, non c'è voracità nel prendere i giri, ma una fulminea e vagamente distaccata capacità di scalare il contagiri in un amen. Come dire che non manca l'efficacia, ma semmai un filo di poesia e di atmosfera. Cavalli e Newtonmetro fluiscono alle ruote posteriori attraverso il cambio automatico ZF a otto marce, piazzato al retrotreno in blocco con il differenziale autobloccante, e arrivano a terra governati, ma non filtrati, dall'elettronica, dettaglio che regala sensazioni in purezza. Il merito è anche del telaio di alluminio: in termini di rigidezza torsionale, fornisce le stesse prestazioni della Vanquish coupé, il che è un bene sia per chi guida sia per gli ingegneri, che hanno così evitato di spendere tempo e soldi per calibrazioni ad hoc. Per dare senso alla Vanquish, in ogni caso, non serve andare fortissimo: le sensazioni si fanno più dolci e sottili, ma non meno intense, quando non esageri. Tanto più se la capote è abbassata e le note del V12 hanno modo di essere ancora più intense.




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