Il nome Prelude evoca immediatamente ricordi di eleganza, sportività e innovazione tecnologica, agli appassionati Honda di tutto il mondo e non solo. Nata nel 1978, la coupé ha attraversato cinque generazioni, con una storia costellata di soluzioni all'avanguardia: dal celebre sistema di sterzata integrale (4WS) introdotto negli anni80, che esaltava la maneggevolezza della vettura, ai motori VTEC ad alto regime che garantivano un carattere unico e coinvolgente. La produzione della Prelude si è interrotta nel 2001 ma oggi, a distanza di 24 anni, il modello torna nei listini della Honda.
Merito del cambio. Fermi tutti. La prima notizia è che la nuova Prelude non è elettrica, non del tutto almeno, e non si tratta nemmeno di un'operazione nostalgia che farà storcere meno il naso ai puristi. Il cuore della nuova Prelude è sì elettrificato, ma conta su un motore termico come fonte principale di energia. Dunque, parliamo di una Prelude e:HEV: un oggetto nuovo, che ho portato tra i cordoli del circuito di Thruxton in occasione del Goodwood Festival of Speed di quest'anno. Ed è qui che ho apprezzato l'ottimo bilanciamento del telaio e delle sospensioni (peraltro dotate di ammortizzatori adattivi), doti dinamiche fondamentali per l'uso in pista ma soprattutto in strada. E poi, l'insperabile: il powertrain, lo stesso sistema visto sulla Civic ibrida, quindi un full hybrid con una potenza che, una volta omologate le quote definitive, dovrebbe attestarsi all'incirca su quello della berlina - si è rivelato appagante tra le curve. Un idillio inatteso che trova la chiave nella presenza del “cambio” S+: cambio va tra virgolette perché, in realtà, una trasmissione classica non c'è, anche se la sensazione è molto simile.
Fa tutto l'elettronica. Accade tutto grazie all'elettronica attraverso la modulazione dell'erogazione di coppia, che dà la sensazione di guidare con una sorta di doppia frizione, solo un filo più gentile nei cambi marcia. E la grande differenza tra questa nuova trasmissione e quella già vista sulla Civic è che sulla Prelude viene simulata anche la scalata. Certo, c'è qualcosa di sintetico in questa esperienza, ed è inevitabile. Sia perché il sound è sempre replicato dall'impianto audio, sia perché rapporti di trasmissione fissi, appunto, non ci sono. Ma forse il problema è proprio questo, pretendere che questa soluzione dia le note sensazioni di un cambio vero e proprio; in altre parole ricercare qui sensazioni estranee all'S+ della Honda. Insomma, col tempo ogni riserva potrebbe venir meno. In parte, comunque, la minore sensazione di connessione col powertrain è data da una precisa scelta tecnica: per limitare al minimo i trasferimenti di carico, gli ingegneri giapponesi hanno evitato grandi interruzioni di coppia o sussulti in scalata e salita di marcia.
Non manca niente. L'obiettivo della Prelude è offrire un'esperienza di guida coinvolgente e divertente nella vita di tutti i giorni, ma con un occhio di riguardo alla sostenibilità e all'efficienza. Per questo, l'impiego del full hybrid è del tutto comprensibile (e pure apprezzabile) vista la necessità di rispondere a norme sempre più stringenti e a cui è difficile sottostare con la classica soluzione puramente a benzina su vetture a basso volume come questa coupé. Internamente, l'abitacolo ha un livello di finitura e tecnologia paragonabile alle Honda più recenti: accogliente, senza fronzoli ma ergonomicamente efficace. Di più: materiali di qualità, un sistema di infotainment all'avanguardia e funzionalità di assistenza alla guida di ultima generazione sono di serie e rendono la nuova Prelude una compagna ideale anche per gli spostamenti quotidiani. Un segnale preciso, dato da un progetto in cui nomi leggendari e aspettative dinamiche convivono con esigenze più pragmatiche e al passo con i tempi.