In Italia produzione in calo del 27% nel primo semestre


Data inizio: 07-07-2025 - Data Fine: 07-09-2025


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Nei primi sei mesi dell'anno, le fabbriche italiane di Stellantis hanno sfornato 221.885 auto e veicoli commerciali leggeri, registrando una flessione del 26,9% rispetto al pari periodo del 2024: è quanto emerge dal report elaborato dalla Fim-Cisl ogni trimestre per fornire un quadro sullo stato di salute della rete produttiva italiana del gruppo automobilistico. "I dati di produzione dei primi sei mesi del 2025 confermano il peggioramento rispetto al già critico 2024", afferma l'organizzazione sindacale, prevedendo "una chiusura d'anno intorno alle 440.000 unità totali, con circa 250.000 autovetture prodotte", oltre 30 mila in meno rispetto all'anno scorso, quando i volumi sono tornati ai livelli del 1956. 

Nessun segnale di ripresa. A penalizzare i volumi semestrali sono state soprattutto le autovetture, in flessione del 33,6% a 123.905 unità, mentre i veicoli commerciali, concentrati ad Atessa, sono scesi del -16,3% (97.980 unità). "Tutti gli stabilimenti auto evidenziano un forte peggioramento. A differenza del 2024, in cui almeno Pomigliano rappresentava un'eccezione positiva, oggi nessun sito sfugge alla situazione di forte difficoltà. Non si intravedono segnali di ripresa entro fine anno. Anzi, il calo dei volumi e l'uso degli ammortizzatori sociali potrebbero aumentare, coinvolgendo già oggi quasi la metà della forza lavoro del gruppo. La partenza produttiva della 500 ibrida prevista per novembre e i nuovi modelli di Melfi potranno dare risultati significativi solo nel corso del 2026. Tuttavia, il livello di caduta dei volumi nel 2025 è superiore alle previsioni", aggiunge la Fim-Cisl, secondo la quale la "tempesta perfetta che investe l'industria europea – segnata dal crollo dei mercati, dalla transizione elettrica e digitale, e ora anche dai dazi Usa – impone una risposta politica forte e coordinata a livello europeo Serve un deciso cambio di passo: è necessario un piano industriale europeo espansivo, sostenuto da debito comune, e un nuovo Fondo europeo con dotazioni paragonabili al Next Generation EU, per accompagnare la transizione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale". "Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e l'intero indotto"; avverte ancora il sindacato.

La situazione impianto per impianto. Il report delinea quindi il quadro di ogni singolo stabilimento, partendo dal polo produttivo di Torino: a Mirafiori sono state prodotte 15.315 auto (-21,5% sul 2024), di cui 15.175 esemplari della 500 elettrica. La Maserati di Modena, operativa per soli 11 giorni effettivi, ha assemblato appena 45 vetture, per una flessione del 71,9%, mentre Cassino, con 10.500 unità ( 26% Alfa Romeo Giulia, 49% Stelvio e 25% Maserati Grecale) e oltre 50 giornate di fermo produttivo, ha subito un calo del 34%. Pomigliano, che ha rappresentato il 64% dei volumi totali a causa del calo generalizzato degli altri siti, ha chiuso il semestre con 78.975 vetture prodotte (-24%), di cui 67.500 Fiat Panda (-15%), 10.115 Alfa Romeo Tonale (-20%) e 1.360 Dodge Hornet (-90%). Forte calo anche per Melfi: 19.070 unità e -59,4% (la flessione rispetto ai livelli pre-Covid arriva all'88%). 




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