Un luogo per creare valore, promuovere il territorio, ma anche diffondere arte e cultura. Traendo linfa dalla comunità locale. È questo e molto altro la nuova sede della Fondazione Caterina Dallara, inaugurata pochi giorni fa nel cuore di Varano de' Melegari, a meno di un chilometro di distanza dal quartier generale dell'azienda emiliana di hypercar. La struttura, progettata dall'architetto Alfonso Femia – che già aveva firmato la sede dell'Academy -, è pensata per ospitare eventi, attività culturali ed educative e supportare le iniziative della comunità nei propri spazi, adiacenti al parco dei melograni: un'area di svago aperta al pubblico, che racchiude campi sportivi, una pump track per bici e skateboard, un anfiteatro, così come orti e spazi verdi per bambini.
“Un luogo evocativo del nostro spirito”. “Volevamo che la nostra Fondazione trovasse sede in un edificio oggettivamente bello, ma non imponente", ha detto il presidente, Giampaolo Dallara . "Che fosse attrattivo, per stimolare il desiderio di ritrovarsi insieme, ed evocativo dei sentimenti che ci hanno guidati nella istituzione della Fondazione”. Angelica Dallara, vicepresidente, ha sottolineato poi il trasferimento di significato dall'edificio alla sua funzione: “Quando una comunità, con le sue diverse generazioni, si ritrova in un luogo creato con cura alla bellezza e ai dettagli, se ne appropria con rispetto. Allo stesso tempo, è orgogliosa di lasciare la sua impronta”.
La comunità al centro. L'edificio ha una struttura architettonica leggera e si sviluppa su due piani. All'interno, oltre a un auditorium, ci sono sale riunioni, uffici e uno spazio polifunzionale. Tutti gli ambienti sono delimitati da partizioni trasparenti, offrendo sin dall'ingresso una visuale del parco circostante. Farfalle di ceramica bianca e blu, simbolo dello spirito della Fondazione, punteggiano le pareti esterne, avvolgendo l'edificio in un ideale abbraccio. “La fondazione Caterina Dallara è un progetto che guarda al futuro del territorio della Val Ceno, idealmente di tutti i territori delle aree interne”, ha spiegato Alfonso Femia. “L'architettura costituisce un elemento attrattore per attivare un dialogo intergenerazionale, formativo e culturale con le comunità, mentre il portico ha un significato meta-progettuale: vuole essere un'espansione verso l'esterno, pone come invito per accogliere, non semplicemente per contenere. È un luogo di socialità e di scambio culturale, di affermazione del senso civico”. Scuole, istituzioni e cittadini hanno partecipato alla concezione di questi spazi e contribuiranno ad animarne l'attività. Lo scorso maggio è partita una fase di sperimentazione: i primi programmi prenderanno il via nelle prossime settimane.