Le proporzioni sono quelle di una Ferrari Roma, ma il muletto che vedete in queste foto spia è un nuovo modello, molto più di un restyling della entry level di Maranello. Per vedere la prossima Rossa non bisognerà aspettare molto, perché la sua presentazione sarebbe fissata per i prossimi mesi, forse a luglio: derivata dal telaio della Roma (il nome in codice interno di questo progetto sarebbe infatti F169 M), questa sportiva porterà al debutto una nuova impostazione estetica e un motore profondamente aggiornato, proseguendo (forse) sulla strada delle denominazioni "geografiche".
La vedremo in estate. Indiscrezioni parlano di un nome molto particolare per l'erede della Roma (che a sua volta aveva sostituito la Portofino), e cioè Amalfi. Un comune nel salernitano tanto piccolo quanto spettacolare: ogni anno attira milioni di turisti e alcune voci parlano di una location sul mare (il porto turistico) riservata proprio dal Cavallino per i primi giorni del mese di luglio. Queste informazioni, tuttavia, devono essere prese con le pinze perché si tratta solo di voci di corridoio, proprio come quelle che parlano di altri nomi possibili, ma meno probabili, che spaziano da Mugello a Montecarlo.
I cilindri restano otto. Quello che è certo, invece, è che l'erede della Ferrari Roma evolverà profondamente le linee della 2+2, con una totale riprogettazione della carrozzeria, a partire dal frontale. Che dovrebbe però riprendere quell'andamento discendente introdotto dall'erede della Portofino, caratterizzato però da nuove forme sia per la zona dei fari, sia per la grande presa d'aria. Nei mesi scorsi era emersa un'indiscrezione che vedeva l'impiego del V6 F163 della 296 GTB sull'erede della Roma, ma questa ipotesi pare poco plausibile. Molto più probabile, invece, è la presenza di una versione evoluta del V8 F154: introdotto nel 2013 sulla Maserati Quattroporte, è stato impiegato da svariati modelli Ferrari, dalla California T alle varie 488 passando per la SF90 Stradale. Questo 3.8 biturbo con bancate a 90° supererà di slancio i 600 cavalli di potenza massima (la Roma ne aveva 620), così da consentire alla nuova sportiva di oltrepassare i 320 km/h di velocità massima e di bruciare lo 0-100 in poco più di tre secondi.